Economia
Il 52% della spesa mondiale sulle armi: l’assurdità economica della guerra
Tutti gli armamenti sono fatti per essere usati e questo per la convergenza di due interessi: quelli delle lobby e quelli dei vertici militari
Passiamo alla ricostruzione post bellica. Dopo un conflitto, convenzionale o meno, si dovrebbe avere la ricostruzione. Come nel caso delle guerre in Medio Oriente, si ha un’occupazione del territorio, con i costi dovuti alle persone che indossano una divisa alla manutenzione del materiale. E poi la ricostruzione. Un doppio costo da aggiungere a quelli della fase precedente, che parte con le spese militari e continua con l’azione militare vera e propria.
Ecco perché la guerra è un’assurdità economica. Tempo e risorse sprecati, in quanto si potevano risparmiare entrambi. Ma questo ragionamento non basta. La guerra è un gioco non cooperativo, dove le parti in causa vogliono la vittoria su chi viene definito nemico. Per ottenerla devono avere una strategia per ognuna delle possibili situazioni in cui si possono venire a trovare, anche se non si verificasse, per non trovarsi spiazzati al possibile verificarsi della situazione.
Questo desiderio di vittoria porta a non considerare l’aspetto anti economico della belligeranza. Ma non bisogna solo dimostrare che la guerra è un assurdo economico. Bisogna anche dimostrare che vi è un’alternativa ad essa, e più efficace. Una prova ulteriore della sua assurdità. Un dilemma è il seguente: la guerra si tratta di una contrattazione fallita, o di una contrattazione rifiutata (opzione di chi la vuole a priori)? Sempre una strategia è, ma chi vi ricorre deve aver valutato prima le vere forze in campo. Giusto per non avere sorprese, ritrovandosi poi tra gli sconfitti per avere creduto alle stesse notizie non vere che si diffondono. Una situazione del genere sarà anche una sconfitta economica, in quanto i vincitori si prenderanno tutto.