Economia

Il Giappone taglia i tassi prima della Fed. La Bce? Caos finanziario in vista

di Redazione Economia

Nelle ultime tre settimane i cittadini giapponesi hanno perso il 6% di potere d’acquisto, grazie alle scelte della loro Banca centrale

Dalla Fed alla Bank of Japan, alla Bce: cosa aspettarsi dalle banche centrali

Le fluttuazioni dello yen giapponese hanno messo in luce una serie di problematiche spesso trascurate e, in alcuni casi, deliberatamente ignorate. Attraverso una disamina attenta, emerge una narrazione che svela le contraddizioni e le conseguenze delle politiche monetarie adottate da istituzioni come la Bank of Japan e la Federal Reserve degli Stati Uniti.

Le recenti oscillazioni dello yen hanno evidenziato le problematiche legate al debito pubblico e alle politiche di intervento della Bank of Japan. Nonostante alcuni tentativi di minimizzare l'importanza del debito o di sottolineare la sua gestibilità attraverso l'inflazione o la sterilizzazione, la realtà è che tali politiche hanno avuto un impatto diretto sul potere d'acquisto dei cittadini giapponesi, con una riduzione del 6% in sole tre settimane.

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La rapida e significativa variazione dello yen rispetto al dollaro ha sollevato interrogativi sulla razionalità e la stabilità dei mercati finanziari globali. In particolare, l'intervento massiccio della Bank of Japan per influenzare il cambio valutario, incluso il bruciare denaro per mantenere il tasso di cambio a 155 dopo aver raggiunto il massimo di 160 in soli due ore, ha destato preoccupazioni sulla coerenza e l'efficacia delle politiche monetarie.

La riunione imminente del consiglio direttivo della Federal Reserve degli Stati Uniti aggiunge ulteriori elementi di incertezza al quadro economico globale. Nonostante i segnali di stagflazione, c'è il timore che un aumento dei tassi di interesse possa scatenare una reazione negativa sui mercati finanziari, con possibili conseguenze destabilizzanti. Ciò solleva domande sulla vera agenda dietro le politiche monetarie delle principali banche centrali e sulle relazioni tra le azioni della Federal Reserve e quelle della Bank of Japan. Inoltre, emerge la necessità di valutare il ruolo di queste istituzioni nel sostenere il mercato azionario globale e il vasto mercato dei derivati, evidenziando la crescente dipendenza da politiche monetarie accomodanti.

Tuttavia, è lecito interrogarsi se la Banca Centrale Europea sia consapevole di questa dinamica e se abbia intenzione di adottare misure coerenti con la situazione attuale, o se invece rischi di replicare gli errori della Bank of Japan tagliando i tassi prima della Federal Reserve, rischiando di diventare involontariamente il centro del caos finanziario.

Nonostante l'apparente calma sui mercati finanziari in questi giorni, il silenzio apparente da parte dell'Europa su questo fronte potrebbe rivelarsi ancora più inquietante dell'agitazione visibile in Giappone.

La domanda cruciale ora è: cosa deciderà la Federal Reserve nella sua prossima riunione? Questa volta, non è una domanda retorica. Qualsiasi sia la sua decisione, rischierà di avere conseguenze significative. Quando ci si prepara a un'operazione di emergenza e coordinata tra le Banche Centrali, c'è sempre qualcuno destinato a subire le conseguenze. Ma siamo davvero sicuri che sarà la Bank of Japan? Siamo davvero sicuri che non abbia scatenato volontariamente la crisi per meglio prepararsi alla propria salvezza?