Economia
Il vino del Lazio continua la sua crescita: ecco tutti gli obiettivi
Crescita e posizionamento sui mercati internazionali sono i principali traguardi inseguiti
Il Lazio, un territorio misto che produce tipologie diverse di vino
Il territorio misto del Lazio, con terreni vulcanici, laghi, zone collinari e pianure bonificate (come l’Agro Pontino), dà origine a diverse tipologie di vino. A prevalere sono i vini bianchi, uno fra tutti il Frascati, la prima DOCG d’Italia. Sono da menzionare, poi, il Cesanese con la DOCG Cesanese del Piglio - eccellenza tra i vini rossi -, il Moscato di Terracina, l’Aleatico di Gradoli, l’Est! Est!! Est!!! di Montefiascone e molti altri. Le denominazioni di origine per il vino nel Lazio sono: 3 DOCG, 27 DOC, 16 IGT.
In Lazio si coltivano anche il Montepulciano, il Ciliegiolo, il Merlot, il Cabernet Sauvignon e in alcuni casi anche la Barbera. I vini bianchi sono ottenuti soprattutto con Malvasie e Trebbiani, tra cui ricordiamo i vitigni Malvasia Bianca Lunga, Malvasia Bianca di Candia, Malvasia del Lazio (con i cloni Bellone, Cacchione e Bonvino bianco), Trebbiano Giallo e Trebbiano Toscano e Trebbiano del Lazio. Il Grechetto è un vitigno coltivato soprattutto nelle zone del Viterbese ai confini con l’Umbria.
Una caratteristica della viticoltura nel Lazio è la produzione familiare, finalizzata perlopiù all’autoconsumo. Dopo il flagello della fillossera, con l’ingresso nella moderna viticoltura, anche nel Lazio ha prevalso la tendenza alla produzione di grandi quantità di vino. La modernizzazione ha riguardato soprattutto le cantine sociali, che si sono dotate di impianti di vinificazione di dimensioni industriali. Anche se le cose ora stanno cambiando, per fortuna: alcuni viticoltori hanno scelto di puntare su vini di eccellenza sfruttando soprattutto il potenziale dei vitigni autoctoni.
Così, la scelta dei sistemi di allevamento si va spostando dal tradizionale tendone, agli allevamenti a spalliera, a Guyot o Cordone speronato. In alcune zone dei Castelli Romani e del Basso Lazio, invece, sono ancora utilizzate le tipiche viti maritate agli alberi o alle canne intrecciate, le cosiddette canocchie.