Economia

Immobili, mercato sconvolto dall'inflazione. Che cosa accade alle case

di Redazione Economia

Alta inflazione, gli italiani considerano l'acquisto di case come un investimento sicuro

Casa, è boom di compravendite per investimento (+28%)

È un momento buio per la compravendita delle case, ma non per quanto riguarda gli acquisti finalizzati alla rendita. Stando agli ultimi dati analizzati dall'Osservatorio Immobiliare Nazionale Fiaip, elaborati con Enea ed I-Com, gli acquisti di case per investimento sono cresciuti del 28%.

In contrasto con questa situazione, si osserva un aumento dell'1,5% nelle compravendite di seconde case nell'anno precedente. Questo incremento è accompagnato da un notevole aumento delle vendite di monolocali, che sono quintuplicate rispetto al 2022, e dei bilocali (+64%), che hanno contribuito all'aumento del 28% negli acquisti per investimento destinati a generare rendite nel 2023.

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Secondo quanto spiegato da Fiaip, questa tipologia di immobili (monolocali e bilocali) ha suscitato forte interesse, soprattutto nelle grandi città, grazie alla loro attrattiva per locazioni destinate agli studenti, ai lavoratori fuori sede e agli affitti brevi per scopi turistici. Questa tendenza è triplicata negli ultimi sei anni a causa della loro redditività elevata e della totale assenza di rischi di insolvenza o difficoltà nel recupero della proprietà.

In un contesto caratterizzato da un'alta inflazione, sembra che gli italiani continuino a considerare l'acquisto di case come un investimento sicuro per proteggere i loro risparmi. Tutto ciò avviene in un contesto in cui i prezzi e i canoni di locazione delle proprietà residenziali sono in aumento a causa della scarsità di offerta sul mercato immobiliare. Nel 2023, si è registrato un aumento medio del 2% nei valori di mercato rispetto al 2022. Gli aumenti più significativi si sono verificati nelle principali città, dove la domanda supera l'offerta, con un picco fino al +6% a Milano.

Anche il mercato delle locazioni ha mostrato segni positivi nel residenziale, con un aumento medio del 7,5% nel numero di contratti di locazione rispetto al 2022. Tuttavia, per gli immobili ad uso diverso dall'abitativo, l'andamento è stato misto: +3% per i locali commerciali, +1,2% per gli uffici e -0,2% per i capannoni industriali, indicando una situazione sostanzialmente stabile rispetto all'anno precedente.

Per quanto riguarda i canoni medi di locazione, si è registrato un aumento significativo nel settore residenziale (+8%), mentre per i locali commerciali (-2,5%), gli uffici (-2,2%) e i capannoni industriali (+0,1%) i canoni medi sono leggermente diminuiti, principalmente a causa dell'aumento del costo della vita e delle sfide economiche che alcune attività devono affrontare.

Ma non è tutto. Un altro fattore che influenza le scelte degli investitori è la transizione energetica, con una tendenza crescente verso immobili con classificazioni energetiche più elevate, come dimostrato dal crollo della percentuale di bilocali venduti in classe G, che è scesa dal 27% nel 2022 al 9%.