Economia
Inflazione in lieve frenata a dicembre. Ma +8,1% nel 2022, al top dal 1985
Per il Codacons, nel 2022 la spesa famiglie è aumentata di 2.369 euro, un salasso da 61,3 miliardi rispetto al 2021. Nel terzo trimestre deficit al 4,7%
Codacons: "In un anno 2.369 euro in più a famiglia"
"A causa dell’aumento di prezzi e tariffe le famiglie italiane hanno speso complessivamente nel 2022 ben 61,3 miliardi di euro in più rispetto all’anno precedente". Lo afferma il Codacons, commentando i dati sull’inflazione diffusi oggi dall’Istat. "Un tasso annuo dell’8,1% si traduce, a parità di consumi, ad un maggiore esborso pari in media a +2.369 euro per la famiglia 'tipo', spesa che sale a +3.069 euro annui per un nucleo con due figli. Se consideriamo il numero di famiglie residenti in Italia l’inflazione, a consumi costanti, ha prodotto nel 2022 una stangata complessiva da 61,3 miliardi di euro a carico degli italiani", spiega l'associazione.
"Sono numeri da capogiro - afferma il presidente Carlo Rienzi - che avranno ripercussioni pesanti nel 2023. L’andamento al rialzo delle bollette del gas, i carburanti che hanno ripreso a correre e i listini degli alimentari ancora a livelli elevatissimi, faranno sentire i loro effetti nel breve termine, erodendo il potere d’acquisto dei cittadini e riducendo la spesa. Il Governo Meloni deve correre ai ripari, adottando misure in grado di calmierare i prezzi al dettaglio e accelerare la riduzione dei listini, allo scopo di salvaguardare i bilanci delle famiglie, che sempre più numerose intaccano i risparmi per riuscire a sostenere bollette e prezzi alle stelle", conclude Rienzi.
Federdistribuzione: "Impatti sui consumi, serve responsabilità condivisa"
"L’inflazione e l’incertezza continuano a caratterizzare l’attuale congiuntura economica, con un impatto significativo sui bilanci delle famiglie e sui consumi, soprattutto per quanto riguarda i volumi relativi al settore alimentare che registriamo in sensibile rallentamento". Lo scrive, in una nota, Carlo Alberto Buttarelli, direttore Ufficio Studi e Relazioni con la Filiera di Federdistribuzione. "Un trend che proseguirà anche nella prima parte del 2023, con il rischio di compromettere la tenuta della domanda interna del Paese", dice ancora.
"Le imprese della Distribuzione Moderna - spiega - sono impegnate da oltre un anno a gradualizzare il trasferimento sui prezzi al consumo degli aumenti subiti in fase di acquisto, investendo risorse economiche e riducendo i propri margini per salvaguardare il potere d’acquisto degli italiani. Uno sforzo che non è più sostenibile dal nostro settore che in questi mesi ha dovuto anche fronteggiare i rincari energetici. Per scongiurare una possibile crisi dei consumi nei prossimi mesi - conclude - è necessario che tutti gli attori della filiera agiscano con senso di responsabilità per limitare il più possibile la spirale della crescita dei prezzi, considerando anche che si registrano i primi segnali di rallentamento delle quotazioni delle materie prime e dei prodotti energetici".