Economia
Inflazione, Lagarde: "Al 2% entro il 2023. Ma Goldman vede 2 rialzi dei tassi
All'Europarlamento il presidente della Bce spiega che "le pressioni sui prezzi si calmeranno prima di radicarsi". Inflazione sarà sotto il 2% nel 2023
Dice Lagarde: "E' probabile che l'attuale ondata di pandemia e le relative restrizioni continueranno ad avere un impatto negativo sulla crescita all'inizio di quest'anno. Si prevede che nel breve termine anche altri due fattori, vale a dire le strozzature nell'approvvigionamento e gli elevati costi dell'energia, smorzeranno l'attivita' economica, tuttavia l'impatto economico dell'attuale ondata di pandemia sembra essere meno dannoso per l'attività rispetto a quelli precedenti. Inoltre, i colli di bottiglia persisteranno ancora per qualche tempo, ma ci sono segnali che potrebbero iniziare ad attenuarsi e ciò porterà all'economia a riprendersi fortemente entro la fine dell'anno".
Intanto, dopo la conferenza stampa di giovedì scorso, gli economisti di Goldman Sachs si aspettano ora due rialzi dei tassi di 25 punti base a settembre e dicembre 2022. Scenario che secondo gli esperti presuppone una fine anticipata degli acquisti netti di asset, con il Pepp che come da programma giungerà a conclusione a marzo mentre l'App potrebbe finire prima del previsto già nel secondo trimestre.
"Il punto chiave della riunione della scorsa settimana - si legge nel rapporto - era sia che la Bce è aperta alla normalizzazione del 2022 sia che onorerà l'attuale sequenza di uscita, vale a dire che gli acquisti di attività termineranno prima degli aumenti dei tassi".
"Vediamo due percorsi plausibili per gli acquisti di asset nel 2022 - prosegue il rapporto - ovvero gli acquisti netti nell'ambito dell'App termineranno nel secondo trimestre o nel terzo trimestre del 2022. Ci orientiamo verso il secondo trimestre, con un annuncio in tal senso a marzo. Una fine improvvisa e brusca del Qe a marzo sembra improbabile, così come il mantenimento della guidance attuale invariata".
Sul mercato secondario, continua a perdere terreno il secondario italiano, bersaglio di nuovi realizzi che non risparmiano comunque la carta tedesca, ma particolarmente aggressivi nei confronti dei periferici della zona euro. L’intervento della Lagarde all’Europarlamento non ha praticamente mosso i rendimenti del Btp, già scivolati dai massimi della mattinata.
A fine seduta i rendimenti dei Btp decennali, che hanno raggiunto l'1,88% durante la giornata, si attestano all'1,81%, secondo Mts, e lo spread, il differenziale rispetto ai tassi dei Bund tedeschi equivalenti segna 158 punti base.
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