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Economia
Intelligenza Artificiale, la Bei striglia l'Ue. Colmare il gap con gli Usa
Intelligenza artificiale

La presidente della Bei Nadia Calvino è stata molto chiara al forum che si è tenuto qualche giorno fa in Lussemburgo

 

Lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale appare continuo ed esponenziale. Non c’è giorno che sia annunciata una nuova specificità tecnica o che non sia annunciata qualche mossa finanziaria.

Ma l’IA è per ora “made in Usa” e l’Europa arranca alquanto per inseguirla.

Google, Microsoft, Apple, Amazon, X di Elon Musk guidano le danze e il Vecchio Continente segue le vicende da spettatore mentre la Cina si fa pericolosamente sotto per numero di brevetti prodotti.

La presidente della Bei Nadia Calvino è stata molto chiara al forum che si è tenuto qualche giorno fa in Lussemburgo con oltre 900 partecipanti.

“Mentre la crescita economica rallenta e ci troviamo di fronte a sfide geopolitiche sempre più complesse, dobbiamo anche affrontare la necessità di colmare il divario delle transizioni verde e digitale per superare l’arretramento degli sviluppi demografici favorevoli. È più che mai importante unire le forze e affrontare la sfida lavorando insieme, e l'investment banking può avere e avrà un ruolo importante nel catalizzare e trovare soluzioni”.

Nel 2023 la Bei ha stanziato 88 miliardi di euro a 400.000 imprese creando 5,4 milioni di nuovi posti di lavoro.

Nel corso del dibattito è emerso che gli imprenditori sono però pessimisti per il futuro a causa della fine degli incentivi pubblici, i cosiddetti bonus, legati alla pandemia e ai costi energetici.

Ma –emerge dal forum- l’innovazione tecnologica necessita per essere attuata necessita di adeguati profili tecnico-scientifici che al momento non sono disponibili sul mercato.

C’è da dire che ora si pone un problema di strategia perseguendo contemporaneamente due obiettivi ambiziosi come la transizione ecologica e quella digitale in cui è inclusa l’IA.

La lotta ai cambiamenti climatici si può fare solo con il nucleare anche “piccolo” ed è per questo che l’UE sta andando in quella direzione mentre la transizione energetica non può sostenersi unicamente con le discontinue fonti rinnovabili.

Quindi l’innovazione tecnologica può aiutare entrambi i settori, sia quello ecologico che quello tecnologico.

Occorre, ad esempio, fare molta ricerca sulle batterie di accumulazione.

Ma lo sviluppo di IA è in questo momento trainante per tutte le altre cose se non si vuole lasciare il pallino in mano all’America che già ha accumulato un grande vantaggio nei confronti dell’Europa.

Nel nostro Continente non ci sono le aziende tecnologiche Usa, anzi si l’Ue è da sempre vicina ad una cultura sostanzialmente luddista che vede nella tecnologia più un problema che una opportunità.

Ed è il caso della IA che promette di portare un cambiamento epocale all’umanità a patto che sia naturalmente, come ogni tecnologia, controllata ed inquadrata in una etica che peraltro già è stata sviluppata per altre tecnologie del passato, non ultima quella atomica.

In Europa, data la persistente fragilità tecnologica dei privati, occorre che gli Stati e cioè l’Ue investano nella IA per colmare questo gap con gli Usa o almeno non farlo dilatare ulteriormente.






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