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Economia
Intesa Sanpaolo saluta Mosca: chiude i battenti la sede della banca

Il valore storico della chiusura della rappresentanza, dove lavorano pochi dipendenti, nasce perché da 49 anni c’era una presenza a Mosca riconducibile agli antenati di Intesa Sanpaolo: all’epoca la sede aveva il logo Banca Cattolica del Veneto, che il 1° gennaio 1989 confluì nel nuovo Banco Ambrosiano rivitalizzato da Bazoli dopo il crac di Roberto Calvi. Fallico era un dirigente della Cattolica, di cui il sodalizio con il professore bresciano.

Adesso, chiusa la rappresentanza, in piedi resta Banca Intesa Russia che dall’inizio della guerra ha bloccato l’attività. Dall’inizio del conflitto, l’esposizione totale verso la Russia è scesa allo 0,2% degli impieghi totali del gruppo. In particolare l’esposizione cross-border verso Mosca è passata dai 3,3 miliardi al 30 giugno 2022 a 700 milioni al 30 giugno 2023. In un anno rischi tagliati del 77% e nessun nuovo finanziamento erogato. A livello locale gli impieghi di Banca Intesa Russia alla clientela (al netto degli accantonamenti) sono passati da 400 milioni a 100 milioni di giugno 2023 (-66%). La discesa dei volumi potrebbe portare alla chiusura della banca.

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