Economia

Istat, l’Italia cresce oltre le attese: nel 2023 Pil in rialzo dell’1,2%

di Redazione Economia

L'Istat rivede al rialzo le stime di 0,8 punti percentuali. Frena l'inflazione grazie al calo dei costi energetici. In ribasso anche la disoccupazione al 7,9%

Segnali positivi arrivano anche dal fronte dell'inflazione. Grazie alla discesa dei prezzi dei beni energetici e delle politiche restrittive attuate dalla banche centrali, nel 2023 la corsa dei prezzi rallenterà la morsa a un +5,7%, mentre nel 2024 a un +2,6%. Secondo l'Istat tutto ciò si rifletterà in maniera notevole anche sulle spese familiari. Secondo fronte positivo sarà quello del lavoro

Nel biennio 2023-2024, l'occupazione, misurata in termini di unità di lavoro (Ula), segnerà una crescita in linea con quella del Pil (+1,2% nel 2023 e +1% nel 2024). Il miglioramento dell'occupazione si accompagnerà a un calo del tasso di disoccupazione che scenderà al 7,9% quest'anno e al 7,7% l'anno successivo. 

Nel primo trimestre è proseguito il miglioramento del mercato del lavoro con una ripresa congiunturale delle ore lavorate e delle unità di lavoro (Ula) per il totale dell'economia (+1,3% e +1,1% rispettivamente), a sintesi di un miglioramento nell'industria in senso stretto (+1,8%) e nei servizi (+1,1%), di una riduzione nell'agricoltura (-0,5%) e di una stabilizzazione nelle costruzioni (-0,1%).

Ad aprile, il mercato del lavoro ha registrato un ulteriore segnale positivo: la crescita dell'occupazione (+0,2% rispetto al mese precedente, +48mila occupati) porta il tasso di occupazione al 61,0% (+0,1 punti), mentre il tasso di disoccupazione scende al 7,8% (-0,1 p.p. rispetto al mese precedente). Anche il numero di inattivi si e' ulteriormente ridotto (-0,2%). Le prospettive sull'occupazione mostrano una sostanziale tenuta. Nel primo trimestre il tasso di posti vacanti per le imprese con almeno 10 dipendenti, è sceso al 2,1% con un decremento di pari entità (-0,2%) rispetto al trimestre precedente sia nell'industria sia nei servizi.

A maggio le aspettative delle imprese sull'occupazione hanno evidenziato una eterogeneità con miglioramenti nella manifattura e nel commercio al dettaglio e un peggioramento nelle costruzioni e nei servizi di mercato. In questo scenario la crescita delle ULA nel biennio di previsione (rispettivamente +1,2% e +1,0%) si manterrà in linea con quella del Pil. Il tasso di disoccupazione segnerà un miglioramento nel 2023 (7,9%) che proseguirà nel 2024 (7,7%). In presenza di una fase contrattuale che vede circa il 55% dei dipendenti in attesa di rinnovo, le retribuzioni per Ula segnerebbero un aumento nel biennio di previsione (+3,5% nel 2023 e +2,7% nel 2024).