Economia
Juventus, con Guardiola costi boom. Per i conti serve la semifinale Champions
Pep Guardiola costerebbe 16,5 mln l’anno in più di Allegri,per avere un effetto positivo sul bilancio dovrà garantire l’accesso almeno alla semifinale di Coppa
Il solo costo del personale tesserato era leggermente calato da 235,3 a 233,3 milioni. Nella relazione semestrale al 31 dicembre scorso si evidenziava come anche il bilancio 2018-2019 fosse previsto in perdita, essendosi inoltre la campagna trasferimenti di gennaio chiusa con 15,3 milioni di acquisti e 19,2 milioni di cessioni. L’arrivo di Guardiola determinerebbe, ceteris paribus, un incremento dei costi del personale tesserato di 16,5 milioni l’anno, ma potrebbe portare anche ad una ulteriore campagna acquisti più o meno dispendiosa.
Mentre Pochettino è riuscito a vincere quasi senza campagna acquisti, Guardiola è infatti noto per aver fatto spendere quasi 800 milioni ai club che ha allenato negli ultimi 10 anni e la differenza non è di poco conto. Anche ammesso che il club bianconero non abbia bisogno di sensibili rinforzi, resta da valutare se valga la pena di spendere 16,5 milioni l’anno in più. La qualificazione alla Champions, centrata negli ultimi otto anni prima da Conte e poi da Allegri, garantisce ai club 15 milioni di euro; ogni pareggio nella fase a girone viene pagato 900 mila euro, la vittoria 2,7 milioni. Il passaggio agli ottavi vale altri 9,5 milioni, la qualificazione ai quarti 10,5 milioni.
Fin qui sono stati risultati sempre centrati in questi anni dai bianconeri, quindi per fare la differenza il successore di Allegri dovrà come minimo centrare la semifinale (la qualificazione vale 12 milioni), meglio se l’accesso alla finale: la perdente si può infatti “consolare” con 15 milioni di euro, che da soli quasi coprirebbero il maggior ingaggio del tecnico, la vincente si aggiudica 4 milioni in più.
Dalla stagione 2018 poi accanto al “market pool” (il cui valore è calato a 300 milioni a stagione) e ai premi stagionali legati alla partecipazione (montepremi salito a 480 milioni complessivi) e ai risultati nella competizione (vincere tutte le partite consente di incassare attualmente 82 milioni di euro) è stato istituito un “ranking storico” che premia i club maggiormente blasonati d’Europa. In tutto sono altri 528 milioni, di cui 35,5 milioni vanno alla prima squadra e poi a scalare fino alla 32esima cui va poco più di un milione. La Juve lo scorso anno partiva settima con circa 28,6 milioni di euro di premi e dopo i risultati di quest’anno è già sicura del sesto posto (che vale circa 29,8 milioni).
Tutto questo il mercato lo sa ed evidentemente spera che Guardiola (o chi siederà sulla panchina bianconera) potrà migliorare i ricavi senza far volare troppo in alto i costi. O semplicemente sogna una Juve finalmente vincitrice in Champions League perché non sempre in finanza calcio fa rima con razionalità economica.