Economia
L'Fmi bacchetta l'Italia: "Il debito pubblico continuerà a crescere per i prossimi 5 anni. Servono maggiori sforzi"
Il Fondo monetario internazionale: "Apprezziamo l'aggiustamento di bilancio, ma non basta ridurre solo gradualmente il deficit"
Allarme dell'Fmi sull'Italia, le misure per ridurre il debito non bastano: "Serve più ambizione"
Il Fondo monetario internazionale analizza i dati sui conti pubblici italiani e avvisa il governo. Il giudizio, nonostante gli sforzi per ridurre il maxi debito non è positivo e invita il nostro Paese a fare di più. "Apprezziamo l'aggiustamento di bilancio su cui il governo italiano e l’Unione europea si sono accordati. Ma Paesi come l’Italia - dice il numero due del Fondo Helge Berger e lo riporta Il Corriere della Sera - che hanno un debito elevato devono essere un po' più ambiziosi: non basta ridurre solo gradualmente i deficit annuali. I dati che abbiamo pubblicato indicano che il debito pubblico italiano continuerà a crescere, in percentuale del Pil, ancora per i prossimi 5 anni, anche se non di molto".
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Berger ha invitato l’Italia ad approfittare del momento attuale (fine dell’emergenza pandemica, inflazione rientrata, disoccupazione in calo) per impostare "riforme strutturali misurate, senza penalizzare la crescita, che aiuterebbero la credibilità del Paese": fiducia che si tradurrebbe in maggiori investimenti e, quindi, in sviluppo. Ma l'Fmi bacchetta anche l'Ue e manda un chiaro messaggio: "Bisogna cambiare registro". Il riferimento è agli interventi strutturali capaci di rimuovere i tappi che bloccano lo sviluppo: bassa produttività per la scarsità di start up dinamiche mentre i mercati sono ancora troppo frammentati e non consentono alle imprese maggiori di crescere come dovrebbero per essere competitive a livello mondiale.
Un dato sul ritardo rispetto all’America: l’Europa - riporta Il Corriere - non riesce a ridurre il gap del reddito pro capite (-30%) che accusa rispetto agli Usa. Il Fondo monetario internazionale si pronuncia anche sulla possibile fusione tra UniCredit e Commerzbank e promuove l'operazione. Fusioni tra banche come quella vengono considerate decisive per rendere più competitivo il sistema creditizio europeo.