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Economia
L'Ue investe 800 mln nelle armi tra raggi laser, robot e missili

L’industria europea aumenterà in modo considerevole la propria capacità di produzione di munizioni, missili e sistemi per fare la guerra anche se nei bandi si parla sempre di difesa e mai di attacco. Ma basterebbe leggere il linguaggio usato da altri Paesi armati fino ai denti e che hanno usato in modo “preventivo” il termine difesa per attaccare, come gli Stati Uniti, per veder riprodotto il medesimo linguaggio.

L'industria della Difesa è considerata un settore strategico anche in UE oltre che dai governi nazionali che destinano ulteriori fondi al settore. Secondo il think tank svedese Sipri, la Germania è il Paese UE che spende di più in Europa, 55,8 miliardi di dollari. Nel continente la spesa militare è aumentata del 13% lo scorso anno arrivando a 345 miliardi di dollari, principalmente a causa degli aumenti di armamenti di Russia e Ucraina. Se non parliamo del Regno Unito, che è fuori dalla UE, con 68,5 miliardi di dollari, gli aumenti più significativi ci sono stati in Finlandia (+36%), Lituania (+27%), Svezia (+12%) e Polonia (+11%).

Il commercio di armi non è attività economica normale e soprattutto vantaggiosa per la collettività, in molto casi, come accade anche per le armi che vengono inviate in Ucraina, queste finiscono in mercati paralleli, a finanziare altri conflitti e a mercenari di ogni risma.

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