Economia

La mia fetta di successo... Fare impresa col salame di qualità

Di Angelo De Cherubini

Andrea Pasini, giovane imprenditore di terza generazione

Classe 1981, «fieramente lombardo, orgoglioso di essere italiano, laureato in economia aziendale, insignito del titolo di Cavaliere Ordine al Merito della Repubblica dal Presidente Sergio Mattarella e cristiano convinto». Questo è Andrea Pasini, giovane imprenditore di terza generazione, che dieci anni fa ha deciso di prendere le redini dell’azienda di famiglia insieme alla sorella Daniela e al cugino Filippo portando Salumi Pasini a raggiungere risultati eccellenti. Una sfida che affronta ogni giorno con passione e che ha portato l’azienda ad assumere tre nuove persone e a crescere dell’8% nell’ultimo anno.

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Iniziamo parlando un po’ del suo lavoro da imprenditore. L’azienda della sua famiglia ha una lunga storia che parte dal 1949.

Mio nonno Angelo Pasini aprì il suo Salumificio proprio in quell’anno. Era la prima azienda di Trezzano sul Naviglio. Una storia di successo, ma soprattutto di duro lavoro, dedizione e tante rinunce. Mio nonno Angelo, mio padre Giovanni e mio zio Luigi hanno sempre portato avanti l’azienda con tanti sacrifici, impegno e onesta ed è con lo stesso spirito e gli stessi valori che vado al lavoro ogni giorno.

Impegno e coraggio. Siete stati tra i primi a scommettere sull’e-commerce.

Otto anni fa quando decidemmo di puntare sulla vendita online tutti ci dissero che eravamo folli. La frase che mi sentivo ripetere più spesso era: “Chi vuoi che compri i vostri prodotti su Internet”. Si sbagliavano perché nell’ultimo anno il nostro e-commerce ha visto una crescita del +500%. Siamo arrivati a circa 500.000 euro di fatturato. E questa è stata una grande soddisfazione.

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Cosa fa di un’azienda una realtà di successo secondo lei?

Andrea Pasini
Andrea Pasini

Ci sono tanti ingredienti nella ricetta per creare un’azienda virtuosa soprattutto in questo specifico periodo storico. Perché oggi essere impresa è appunto una grande impresa. Scusate il gioco di parole ma è proprio così. Alla base di tutto c’è la passione e poi è importante credere e amare il lavoro che si fa. È fondamentale lavorare a testa bassa cercando di migliorarsi e innovarsi sempre. Il mercato non attende nessuno e non ti allunga la mano per raggiungerlo, qualsiasi business non ti aspetta, te lo devi conquistare con le idee, la qualità e l’innovazione. È poi molto importante non dimenticare mai le radici dalle quali proveniamo e cercare di valorizzarle rendendole attuali. Io sono molto legato alle tradizioni dalle quali proviene la mia famiglia e queste sono l’essenza del passato ma soprattutto del presente e del futuro del nostro brand Salumi Pasini. Ed in ultimo, ma non meno importanti per raggiungere grandi risultati, sono i valori che contribuiscono al successo in qualsiasi campo ed in primis nell’impresa. Umiltà, onestà e passione. Tutti ingredienti che ti permettono di crescere in maniera sana e robusta. Soprattutto oggi, in questa società dove purtroppo sempre più spesso questi valori si stanno perdendo lasciando sempre più spazio ad arroganza, disonestà e menefreghismo.


 

Lei crede che la qualità e il vero Made in Italy siano gli ingredienti del successo della sua azienda?

Non lo credo, ne sono convinto. I nostri prodotti agroalimentari sono i migliori al mondo. Non dobbiamo invidiare nulla a nessuno. Le nostre maestranze, le materie prime, le nostre tradizioni, la cura e  l’amore che quotidianamente mettono gli imprenditori e i nostri collaboratori nel lavoro che svolgono ci è invidiato nel mondo. Noi come azienda abbiamo da sempre usato per le nostre produzioni solo ed esclusivamente materie prime 100% italiane. Ci abbiamo sempre creduto e continueremo a credere che le materie prime italiane siano le più controllate e qualitativamente le migliori sul mercato. Non basta mettere una bandiera dell’Italia sui prodotti per far credere ai consumatori che quel prodotti sia italiano, e poi scoprire invece che le carni provengono da altri paesi UE. Noi abbiamo rispetto verso i consumatori e questi giochini non ci sono mai piaciuti perché sono un segno di mancanza di rispetto verso di loro. La nostra azienda certifica su ogni nostro prodotto che le materie prime provengono da suini nati, allevati e lavorati in Italia.  

La vostra azienda è stata la prima e forse l’unica ad avere creato una filiera 100% lombarda. È corretto?

Sì! Il nostro legame con il territorio, dove siamo nati, per noi rappresenta le fondamenta del nostro quotidiano. Visto il grande rispetto che nutriamo verso  la nostra storia e verso le nostre radici abbiamo voluto valorizzare e raccontare  questi valori  tramite  dei prodotti. Ed ecco che abbiamo pensato di dare ancora più valore alle eccellenze del nostro territorio,  ed in particolare della nostra regione. Siamo partiti cercando allevatori che facessero nascere ed allevassero i loro suini sul territorio lombardo e da lì abbiamo poi creato una filiera 100% lombarda. Così da questo primo passo è nata la nostra filiera che unisce aziende del territorio, che allevano e lavorano suini nati e allevati  in Lombardia. Poi abbiamo studiato una gamma di prodotti tra i quali il nostro prosciutto cotto (cotto lentamente a vapore) che abbiamo denominato Il Lombardia, il salame campagnolo, il lardo speziato ancora massaggiato a mano e la bresaola di suino ,anch’essa massaggiata a mano. E per concludente abbiamo studiato un Pakagin accattivante enfatizzando il disegno della regione Lombardia. Questa filiera ci ha dato fin da subito delle grandi soddisfazioni sul mercato. Il consumatore è sempre più alla ricerca  di prodotti del territorio, km 0 e della regionalità. Troppo spesso si trovano sul mercato prodotti a marchio Lombardia che al loro interno hanno invece materie prime estere. Per cui il consiglio che do a tutti è di leggere con attenzione le etichette dove deve essere specificata l’origine delle materie prime.

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La grande distribuzione organizzata sta iniziando a sostenere le piccole medie imprese italiane, per offrire sempre più prodotti italiani?

Molte aziende della GDO hanno da sempre creduto in questo valore, offrire ai propri clienti le migliori eccellenze Italiane sostenendo così le PMI  che fanno prodotti di qualità. Altre ci stanno arrivando e questo è un bene sia per i consumatori finali che per l’economia del nostro paese. La vera sfida dei prossimi anni sarà quella di andare incontro alle esigenze dei consumatori che per via di questa devastante crisi economia si trovano ad avere sempre meno risorse da spendere per fare la spesa. Questo problema potrebbe indurre qualche catena della GDO ad acquistare prodotti di produzione estera a un prezzo nettamente più basso, ma anche ad una qualità nettamente più bassa . La vera sfida sarà trovare un accordo che convenga sia alle aziende della grandi distribuzione che ai produttori italiani per poter garantire la migliore qualità a un prezzo basso al consumatore finale. 

Pensa che il nuovo governo Draghi possa muoversi nella giusta direzione?

Provo una profonda stima per il Presidente del Consiglio Mario Draghi, un uomo preparato che guarda al bene del Paese e non ad apparire. Sono però consapevole che questa sia l’ultima chance per il nostro Paese. Il tempo scorre e siamo tra gli ultimi per numero di vaccini. Dobbiamo sbrigarci se vogliamo essere competitivi con il resto del mondo dobbiamo vaccinare tutti e subito. Chi prima vaccina prima riparte.

Come mai l’Italia si riduce a essere sempre fanalino di coda. È tutta colpa della politica?

La politica gioca un grande ruolo in questo senso. La politica italiana purtroppo è totalmente scollata dalla realtà. La maggioranza dei politici non conoscono minimamente i problemi che quotidianamente vivono gli italiani. Come fai a risolvere i problemi dei cittadini se non li conosci o non li vivi? Come si fa a fare proposte serie sul tema del lavoro quando non hai mai lavorato un giorno in vita tua? L’unica cosa che è stata in grado di fare una certa parte politica è lasciare un Paese disilluso e arrabbiato. Promesse su promesse che non hanno mai trovato concretezza nella realtà. Sono però convinto che un altro dei grandi problemi di questo Paese sia “l’autolesionismo” italiano. E qui parlo anche ai media. Tutti gli Stati hanno le loro criticità, ma quello che presentano al mondo sono, nella maggior parte dei casi, le loro vittorie. Noi invece amiamo mostrare il peggio, nascondendo le nostre eccellenze per sottolineare le nostre criticità, facendosi deridere e compatire dagli altri. Siamo maestri nell’enfatizzare ciò che non va. Basta autodemolire la nostra reputazione e le nostre capacità. Basta con questo spirito autolesionista che da anni e anni devasta la nostra reputazione all’estero. Pensiamo realmente che negli altri stati europei non succedano le stesse cose negative che succedono nel nostro Paese? Loro semplicemente non le pubblicizzano.

I cervelli in fuga, il cui numero è triplicato negli ultimi 10 anni, sono sintomo di questo comportamento?

Certo che sì. O almeno anche questa criticità contribuisce a questo esodo. Le multinazionali del mondo assumono i nostri talenti e premiano la loro bravura, perché non lo facciamo anche noi visto che sono italiani? Perché non diamo ai nostri giovani la possibilità di fare carriera nel loro Paese? Penso che per qualunque italiano non ci sia nulla di più bello che sentirsi parte attiva del presente e sopratutto del futuro del proprio Paese. Ho una proposta per il governo: offriamo agli studenti più meritevoli dei posti di rilievo nelle amministrazioni pubbliche. Diamo loro incentivi e premiamo il merito vero. Basta sponsorizzare amici di amici incapaci e premiamo i giovani di talento. Chi è bravo e volenteroso deve essere premiato in primis dal proprio Stato.

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Se potesse mandare un messaggio ai nostri ragazzi, cosa direbbe?

Vorrei dire ai nostri giovani di imparare ad amare il loro Paese, essere fieri di sentirsi  italiani. Il nostro è un Paese meraviglioso, pieno di bellezze e di capacità. Non bisogna stare ad aspettare che gli altri costruiscano il futuro che desideriamo, ma dobbiamo essere noi i primi a metterci in gioco e guardare avanti con forza e coraggio.  Bisogna avere il coraggio a l’audacia di provare a osare e non farci deprimere dalle continue notizie negative che i media e i giornali quotidianamente ci passano. Non possiamo, anche se è vero che viviamo in un paese dove le tasse sono arrivate a livelli vessatori e la burocrazia ci opprime,smettere credere che qualcosa possa cambiare in meglio. Volere è potere. Non perdete il vostro tempo sullo schermo di un smartphone o a oziare tutto il giorno, ma imparate dai vostri genitori e dai vostri nonni, usate le nostre tradizioni come fondamenta per costruire l’Italia del domani. Abbiate la costanza e la tenacia di credere nei vostri sogni. Non fatevi fermare da niente e da nessuno. Siate donne e uomini intraprendenti, sognatori, onesti, umili e abbiate rispetto verso gli altri e verso le istituzioni, e vedrete che realizzerete ciò che sognate.