Economia

La rivoluzione di cripto e AI divora terawatt di energia

di Redazione

Con l'aumento della richiesta di energia proveniente da centri dati, criptovalute e intelligenza artificiale, il consumo di energia aumenta

La rivoluzione di cripto e AI divora terawatt di energia

Con l'aumento della richiesta di energia proveniente da centri dati, criptovalute e intelligenza artificiale, stimata tra 160 e 590 terawattora (TWh), quantità approssimativamente paragonabili alla produzione annua di elettricità della Svezia e della Germania rispettivamente, l'International Energy Agency (IEA) ha previsto un'impennata dal 2022 al 2026.

Questi numeri evidenziano quanto la quarta rivoluzione industriale, trainata da Bitcoin e intelligenza artificiale (AI), sia avida di energia. Tanto il training dell'AI quanto il "mining" delle criptovalute richiedono una vasta quantità di dati, che a sua volta consuma energia per l'elaborazione attraverso i computer, oltre all'acqua necessaria per il raffreddamento dei server e delle altre attrezzature. Secondo l'IEA, il 40% della richiesta energetica dei centri dati proviene dai computer stessi, mentre un altro 40% è attribuibile al processo di raffreddamento.

LEGGI ANCHE: Intelligenza artificiale, incubo di Wall Street: "2 analisti su 3 sostituiti"

È evidente che l'evoluzione tecnologica pone notevoli sfide in termini di sostenibilità. Ci si chiede se ci sarà abbastanza energia per sostenere questa rivoluzione industriale e, in tal caso, da dove verrà fornita. Le energie rinnovabili, come solare ed eolica, dovranno svolgere un ruolo cruciale. Attualmente ci sono circa 8.000 centri dati nel mondo, con il 33% negli Stati Uniti, il 16% in Europa (con una concentrazione in Irlanda) e il 10% in Cina. Michael Dell, fondatore e CEO di Dell, ha recentemente affermato che per soddisfare la domanda di intelligenza artificiale, la capacità dei data center dovrà aumentare di 100 volte entro dieci anni. Inoltre, l'implementazione diffusa dell'AI potrebbe portare a un aumento significativo della richiesta di elettricità, con strumenti di ricerca come Google che potrebbero richiedere dieci volte più energia.

Per quanto riguarda le criptovalute, se Ethereum ha ridotto la sua richiesta di elettricità del 99% nel 2022 modificando il suo processo di "mining", si stima che il Bitcoin abbia consumato 120 TWh nel 2023, quasi tutta la domanda del settore. Mentre si cerca di ridurre il consumo energetico, i "minatori" tendono a spostarsi dove l'energia è più economica, un fenomeno accelerato dall'evento "halving", che riduce i margini di profitto dei minatori. L'Africa è una destinazione popolare, dove i minatori potrebbero contribuire alla promozione delle energie rinnovabili e portare valuta estera nei Paesi.

Le criptovalute giocano un ruolo cruciale anche sul piano geopolitico, come dimostrato dalle possibili implicazioni delle transazioni in Bitcoin dopo il conflitto in Ucraina. Mentre le valute digitali sono in fase di studio, sembra che non sostituiranno completamente le valute emesse dalle banche centrali, ma c'è una domanda crescente per esse, anche se la regolamentazione può mitigarne l'impatto. L'intelligenza artificiale stessa può diventare un'arma geopolitica, con potenziali conseguenze significative per il mercato globale dell'approvvigionamento energetico e per la sicurezza informatica.