Economia
Lavoratori stagionali, il lato oscuro del settore turistico è lo sfruttamento
I racconti agghiaccianti di chi ha sostenuto un colloquio sulla riviera romagnola per un posto da cameriere, bagnino e lavapiatti
Spostandosi sul lungomare, un altro stabilimento cerca un cameriere per il bar della spiaggia. “Nessun giorno di riposo, nove ore al giorno, ma sulla busta paga ne segniamo soltanto cinque”. Il resto fuori busta, in mano. Lo racconta anche un ex cameriera ai piani che la scorsa stagione ha lavorato in una struttura ricettiva della zona. “Sulla busta paga avevo segnato un part-time, ma lavoravo a tempo pieno. Il resto dei soldi mi veniva dato in nero, naturalmente”. Da queste parti sembra funzionare così. “Bisogna essere onesti, quelli che ti mettono in regola full time sono mosche bianche” racconta un ristoratore prima di presentare la sua offerta di lavoro. “Dalle 17 a chiusura, 7 su 7, per 1700 euro, ma in busta paga segniamo soltanto 1000-1100 euro”. E se dovessero arrivare i controlli? “Metti che dovresti fare il turno 8-12 e arrivano alle 13: gli dici che stai facendo un’ora in più di extra, non è contestabile”. C’è una soluzione a tutto. “Oppure se ti trovano alla sera e tu eri segnato al mattino dici che hai fatto un cambio turno” aggiunge il suo socio.
Negli hotel il copione non sembra essere differente. “Cerchiamo un portiere notturno, dalle 21.30 alle 7 del mattino, 1500 euro quasi tutti in busta rimangono fuori 200 e 300 euro”. Ma se si ha bisogno dell’alloggio alla paga si sottraggono 15 euro al giorno, cioè 450 euro al mese. In tasca rimangono così poco più di mille euro per un lavoro notturno di quasi dieci ore, sette su sette. Una condizione che Giuseppe (nome di fantasia) ha vissuto la scorsa stagione. “Ho fatto il portiere notturno, dalle 21.30 alle 8, sette su sette, lavorando per più di 300 ore al mese con uno stipendio reale di 1100 euro, in media poco più di 3 euro l’ora”. E non c’era la possibilità di ammalarsi. “Da giugno a settembre, mi hanno fatto firmare 4 contratti da un mese in modo tale che se stavo male potevano lasciarmi a casa”. Un altro ex-bagnino ha lavorato per 12-13 ore al giorno, 370 ore al mese, ma sulla busta paga erano segnate soltanto 159 ore.