Economia
Lavoratori stagionali, il lato oscuro del settore turistico è lo sfruttamento
I racconti agghiaccianti di chi ha sostenuto un colloquio sulla riviera romagnola per un posto da cameriere, bagnino e lavapiatti
Lavoratori stagionali e sfruttamento, sindacalisti in rivolta
“Questa non è solo una perdita di contributi previdenziali e di giorni di futura di disoccupazione per il lavoratore, ma è un problema per tutto il sistema pensionistico italiano che si vede versare meno contributi” spiega Francesco Sbuglio, sindacalista di Slang-Usb che in questi anni ha portato avanti in tutta Italia la campagna Mai più sfruttamento stagionale per denunciare le condizioni di sfruttamento degli stagionali e per aiutarli nelle vertenze. “Per un lavoratore singolo diventa difficile mettersi contro il datore di lavoro – spiega l’ex bagnino che si è affidato agli avvocati del sindacato – ma con il loro sostegno sono riuscito a recuperare buona parte dei contributi che mi spettavano e che non mi erano stati segnati sulla busta paga”. Gli interventi del sindacato sono aumentati nel corso degli ultimi mesi.
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“Il turismo è ripartito dopo il Covid – aggiunge Sbuglio – ma le condizioni di lavoro non sono cambiate, anzi sono peggiorate”. E al futuro si guarda con grande preoccupazione. “L’abolizione del reddito di cittadinanza – prosegue il Sbuglio — rischia di mettere i lavoratori in una condizione di maggiore ricattabilità di fronte a offerte di lavoro indecenti”. La battaglia del sindacato punta a “mantenere questo strumento, anzi ad ampliarlo, e a introdurre un salario minimo che spinga la contrattazione al rialzo”