Economia

Italia pioniera nell'IA: un miliardo di investimenti e una solida governance

di Marco Scotti

Il testo del dl in esclusiva/ Approvato in Cdm il dispositivo che norma le applicazioni dell’intelligenza artificiale e che affida i poteri sanzionatori

Intelligenza artificiale: via libera alla normativa dal Consiglio dei ministri 

L’Italia diventa il primo paese in Europa a darsi una regolamentazione in materia di intelligenza artificiale. Sul piatto un miliardo di euro, multe e reclusione fino a cinque anni per i trasgressori. Il testo del Dl che è stato approvato in Consiglio dei Ministri si compone di cinque capi e 25 articoli. 

Molteplici i settori in cui viene applicata e che vengono d’ora in poi normati. Il primo è quello della sanità. “L’utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale - si legge nel testo che Affaritaliani.it ha potuto visionare in anteprima (qui la versione integrale) - contribuisce al miglioramento del sistema sanitario e alla prevenzione e cura delle malattie, nel rispetto dei diritti, delle libertà e degli interessi dell’interessato, anche in materia di protezione dei dati personali”.

Non basta: si regolamenta anche il rapporto tra intelligenza artificiale e personale medico: “Sistemi di intelligenza artificiale nell’ambito sanitario costituiscono un supporto nei processi di prevenzione, diagnosi, cura e scelta terapeutica, lasciando impregiudicata la decisione, che è sempre rimessa alla professione medica”.

Nel mondo del lavoro viene istituito un apposito Osservatorio al Ministero che dovrà regolamentare l’impiego dell’Ai: “Al fine di massimizzare i benefici e contenere i rischi derivanti dall’impiego dei sistemi di intelligenza artificiale in ambito lavorativo, è istituito presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali l’Osservatorio sull’adozione di sistemi di intelligenza artificiale nel mondo del lavoro con il compito di definire una strategia sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale in ambito lavorativo, monitorare l’impatto sul mercato del lavoro, identificare i settori lavorativi maggiormente interessati dall’avvento dell’intelligenza. L’Osservatorio promuove la formazione dei lavoratori e dei datori di lavoro in materia di intelligenza artificiale”.

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Viene regolamentato anche il rapporto con la giustizia: “I sistemi di intelligenza artificiale sono utilizzati esclusivamente per l’organizzazione e la semplificazione del lavoro - si legge nel documento - giudiziario nonché per la ricerca giurisprudenziale e dottrinale anche finalizzata all’individuazione di orientamenti interpretativi. Il Ministero della giustizia disciplina l’impiego dei sistemi di intelligenza artificiale da parte degli uffici giudiziari appartenenti alla giurisdizione ordinaria. Per le altre giurisdizioni l’impiego è disciplinato in conformità ai rispettivi ordinamenti. È sempre riservata al magistrato la decisione sulla interpretazione della legge, sulla valutazione dei fatti e delle prove e sulla adozione di ogni provvedimento”.

Chi controllerà l’intelligenza artificiale? “Al fine di garantire l’applicazione e l’attuazione della normativa nazionale e dell’Unione europea in materia di intelligenza artificiale, l’Agenzia per l’Italia digitale (AgID) e l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (ACN) sono Autorità nazionali per l’intelligenza artificiale. Conseguentemente, nel rispetto dei principi di cui alla presente legge e ferme restando le funzioni già rispettivamente attribuite” si legge nel documento.

Particolare attenzione è posta anche nel meccanismo di protezione della proprietà intellettuale e nel meccanismo sanzionatorio.

“Qualunque contenuto informativo diffuso da fornitori di servizi audiovisivi e radiofonici tramite qualsiasi piattaforma in qualsiasi modalità incluso il video on demand e lo streaming che, previa acquisizione del consenso dei titolari dei diritti, sia stato, attraverso l’utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale,  completamente generato ovvero, anche parzialmente, modificato o alterato in modo tale da presentare come reali dati, fatti e informazioni che non lo sono, deve essere reso, a cura dell’autore o del titolare dei diritti di sfruttamento economico, se diverso dall’autore, chiaramente visibile e riconoscibile da parte degli utenti mediante inserimento di un elemento o segno identificativo, anche in filigrana o marcatura incorporata purché chiaramente visibile e riconoscibile, con l’acronimo “IA” ovvero, nel caso audio, attraverso annunci audio ovvero con tecnologie adatte a consentire il riconoscimento. Tale identificazione deve essere presente sia all’inizio della trasmissione e all’inizio del contenuto, sia alla fine della trasmissione e alla fine del contenuto, nonché ad ogni ripresa del programma a seguito di interruzione pubblicitaria. L’inserimento del segno identificativo è escluso quando il contenuto fa parte di un’opera o di un programma manifestamente creativo, satirico, artistico o fittizio, fatte salve le tutele per i diritti e le libertà dei terzi. Fermo quanto previsto dall’art. 41, per le finalità di cui alla presente disposizione nonché per il successivo art. 42, comma 1, lettera d), l’Autorità promuove forme di co-regolamentazione e di autoregolamentazione tramite codice di condotta sia con i fornitori di servizi di media audiovisivi e radiofonici sia con i fornitori di piattaforme per la condivisione di video”, si legge nel testo.

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E poi si conclude con “di intelligenza artificiale". Chiunque, al fine di arrecare nocumento a una persona e senza il suo consenso, ne invia, consegna, cede, pubblica o comunque diffonde l’immagine, un video o la voce, falsificati o alterati mediante l’impiego di sistemi di intelligenza artificiale e idonei a indurre in inganno sulla loro genuinità, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni.

Se dal fatto deriva un danno ingiusto, la pena è della reclusione da uno a cinque anni.

Il delitto è punibile a querela della persona offesa. Si procede tuttavia d’ufficio se il fatto è connesso con altro delitto per il quale si deve procedere d’ufficio ovvero se è commesso nei confronti di persona incapace, per età o per infermità, o di una pubblica autorità a causa delle funzioni esercitate”.

Una norma rivoluzionaria che regolamenta l’intelligenza artificiale e che permette all’Italia di essere all’avanguardia in un comparto che - piaccia o meno - sta già cambiando, e ancora più farà nei prossimi anni, le nostre vite.