Lo spread aiuta la Compagnia Sanpaolo. Così non dimagrisce in Banca Intesa
Francesco Profumo annuncia: "la Compagnia Sanpaolo non deve più ridurre la sua partecipazione in Intesa pari al 6,79% del capitale"
Il terremoto da spread in Borsa sulle banche fa felice, almeno un po', la Compagnia Sanpaolo che potrà continuerà ad essere il primo socio del colosso Banca Intesa, il più grande istituto di credito italiano.
"La Compagnia Sanpaolo non deve più ridurre la sua partecipazione in Intesa pari al 6,79% del capitale", ha fatto sapere infatti lo stesso presidente della Compagnia Francesco Profumo (nella foto in basso) a margine della presentazione dell'iniziativa Invito a Palazzo promossa da Abi e Acri. Una mossa che permetterà all'ente piemontese di restare con il muso davanti a BlackRock e a Fondazione Cariplo nel capitale del gruppo guidato da Carlo Messina e di continuare a pesare nelle scelte di governance.
Il protocollo Acri-Mef del 2015 impegnava le Fondazioni, entro aprile di quest'anno, a ridurre la partecipazione nella banca conferitaria entro un terzo del patrimonio, una partecipazione che per quanto riguarda l'ente torinese, a gennaio, valeva invece circa il 46%.
La Compagnia aveva chiesto al Mef l’applicazione dei criteri correttivi già previsti per ottenere un allungamento dei tempi, che il Ministero di Via XX Settembre aveva concesso comunicandolo all’ente a inizio gennaio e permettendogli di far slittare il termine per adeguarsi ai dettami.
Insomma, anche se il calo, dal quattro marzo, delle quotazioni delle banche (legate all'andamento del differenziale Btp-Bund che prima del voto viaggiava intorno a quota 130 punti base) a Piazza Affari ha eroso il valore delle partecipazioni azionarie nel bilancio delle fondazioni, la febbre da spread del credito qualche magro vantaggio l'ha portato. Almeno sotto la Mole.
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