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Economia
Lorenzo Bertelli: "Sostenibile e innovativa: così ho in mente la nuova Prada"

Lorenzo Bertelli: "Sostenibile e innovativa: così ho in mente la nuova Prada"

Tre iniziative, le ultime in ordine temporale, si collocano su più tavoli, per capire quale direzione prendere e conterrà. Gli obiettivi sono di lungo termine e ambizioso, continuare a fare nel modo giusto. Ed è sempre più necessaria la collaborazione tra pubblico e privato. È quello del gruppo milanese del lusso Prada, che nel 2022 ha registrato ricavi per 4,2 miliardi di euro, a essere su più fronti. "Non è la prima volta che ci impegniamo", commenta Lorenzo Bertelli, classe 1988, responsabile della strategia di Corporate Social Responsibility del gruppo. "Dalla nostra partecipazione al Fashion Pact nel 2019, con oltre 160 aderenti impegnati nella riduzione dell'impatto della moda sul pianeta, stiamo costruendo una rete globale di alleanze e facciamo parte della 'task force' per iniziative volte a supportare una transizione verso una moda più equa, rispettosa dell'ambiente e circolare". Lo scrive l'Economia del Corriere. 

"La collaborazione è fondamentale", continua Bertelli, "e siamo convinti che il nostro impegno sia un dovere. Il lusso ha diverse e importanti responsabilità, e dobbiamo essere i promotori di una rivoluzione possibile. Le aziende devono comportarsi in modo virtuoso e influenzare comportamenti virtuosi". Il gruppo Prada si unisce al network nazionale del Global Compact delle Nazioni Unite, la più grande iniziativa di sostenibilità d'impatto nel mondo, con oltre 500 aderenti in Italia.

Il progetto Sea Beyond, in collaborazione con l'Unesco per l'educazione alla conservazione degli oceani, è un esempio tangibile dell'impegno del gruppo. Bertelli sottolinea l'importanza della trasparenza e della tracciabilità: "I consumatori devono poter fidarsi dei brand. La trasparenza è un valore, così come la sostenibilità. Fare scelte sostenibili significa attribuire il giusto valore alle cose".

Il gruppo Prada aderisce anche a Textile Exchange, un'organizzazione globale no-profit che mira a innovare nel settore delle fibre e dei materiali per trovare soluzioni a basso impatto ambientale. L'attenzione sulla circolarità della produzione e dei processi rimane alta. "Con altri cinque brand italiani abbiamo fondato Re.Crea, dedicato alla gestione del fine vita dei prodotti tessili", elenca Bertelli. "E puntiamo a raggiungere il 100% di pelle certificata nel breve termine. Riduciamo l'uso di plastica vergine nei nostri packaging e con il progetto Prada Group Re-Set reimpieghiamo i materiali delle sfilate ed eventi".

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Bertelli ammette che questa è una sfida che coinvolge l'intera filiera e il concetto di "made in Italy". "Dal 1990 abbiamo creduto nell'integrazione della filiera, fondamentale per preservare il made in Italy e dare valore al territorio", spiega. "Il made in Italy è un valore aggiunto che non possiamo permetterci di perdere o tradire. Possiamo farlo in modo sostenibile". Il gruppo presenterà i risultati del 2023 il 7 marzo e si aspetta una chiusura positiva. "Nonostante le sfide, il comparto del lusso terrà", afferma Bertelli. "Stiamo attraversando un momento complesso, ma il lusso non è immune da cambiamenti. Sulle voci di vendita del gruppo ai francesi di Chanel, preferiamo non commentare".

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Il gruppo Prada si unisce alla Fashion Task Force della Smi, la Sustainable Markets Initiative, guidata da Federico Marchetti, che mira a rendere la moda più sostenibile. "Lavoriamo su due temi: il passaporto digitale per la moda e l'utilizzo di materiali sostenibili", spiega Marchetti. "Il nostro impegno coinvolge tutta la filiera, perché la transizione del sistema deve essere completa". Tra i partecipanti ci sono Brunello Cucinelli, Armani e altri brand di prestigio, oltre a organizzazioni come Aura Blockchain e Textile Exchange.






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