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Economia
Lutto nella finanza: morto Claudio Sposito, numero uno di Clessidra
Lapresse

Morto nella notte a Milano, stroncato da una grave malattia, Claudio Sposito, presidente e amministratore delegato di Clessidra. Sposito, 60 anni, lascia la moglie e due figli. Prima di fondare nel 2003 Clessidra, fondo italiano di private equity, Sposito è stato per 5 anni amministratore delegato di Fininvest. Nei 10 anni precedenti aveva lavorato in Morgan Stanley. Claudio Sposito era uno dei pochi, pochissimi 'cavalli di razza' della finanza italiana capaci di apprezzare l'indipendenza. E di farsi imprenditore, per viverla appieno.

Per questo il manager godeva di una stima vastissima e unanime. E nelle due aziende dove aveva lavorato ad altissimo livello prima di fondare Clessidra, dodici anni fa - cioe' Morgan Stanley e Fininvest - aveva lasciato consenso e amicizia. Per chi ha in mente lo stereotipo della filmografia americana sui banchieri d'affari - dal Gordon Gekko di Wall Street al piu' recente Leonardo Di Caprio - Claudio Sposito era agli antipodi. Le sue doti straordinarie erano due: non adottare nessuno degli atteggiamenti da 'yuppie' e da 'squalo' che pure hanno distinto la sua generazione; perseguire sempre l'obiettivo della convenienza reciproca, negli affari, almeno fin dove era possibile arrivare negoziando con le controparti. 'Win-win', per dirla in inglese.

E anche le vicende meno brillanti della sua avventura in Clessidra, come il controverso investimento nel gruppo Moby, si sono comunque concluse alla fine senza carte bollate, ma con accordi pacifici, per quanto faticosi. Prima di costituire Clessidra nel 2003, Sposito e' stato per 5 anni amministratore delegato di Fininvest Spa e per dieci anni managing director di Morgan Stanley. In precedenza aveva lavorato in importanti istituzioni finanziarie quali Barclays Bank, Citibank e Standard Chartered. L' ultima operazione, la cessione della quota di Clessidra nella Tirrenia (a Vincenzo Onorato) è stata forse la più complicata da anni; anzi, tutta la coabitazione e' stata turbolenta e si è conclusa probabilmente anche con una piccola perdita per il fondo guidato da Claudio Sposito.

Ma per il veterano dei fondi di private equity italiani è quasi un'eccezione: il rendimento dei due fondi con i quali ha operato non e' ufficiale ma secondo quanto circola tra gli investitori l'Irr (la performance annualizzata) e' superiore al 30%. E negli ultimi mesi sta vivendo una stagione di rinnovato attivismo: dalla fine di aprile in poi ha concluso in rapida successione l'acquisizione del 90% di Roberto Cavalli (insieme ad altri fondi internazionali), l'acquisto dell'80% di Arredo Plast e quella dell'Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane (Icbpi) in cordata con Advent International e Bain capital. Sul lato delle cessioni invece all'inizio di maggio Clessidra e' uscita (insieme alla famiglia) da Balconi Dolciaria, rilevata da Valeo Foods; l'ultima tappa, di questi giorni, e' stata appunto Tirrenia- Moby.

E adesso? Non e' escluso che tenga un occhio su Grandi stazioni, magari insieme ad un partner. E' "un asset interessante, una bella azienda, forse dimensionalmente un po' grande per noi" aveva detto qualche tempo fa Sposito alle agenzie di stampa. Non e' un si', ma nemmeno un no. Forse piu' concreto e' l'interesse per Interbanca, messa in vendita da Ge Capital: e' ad uno stadio ancora iniziale ma sul mercato i rumors dicono che Clessidra stia guardando il dossier. Del resto, la finanza e' un'area che e' piaciuta molto a Sposito. "E' un settore ancora in ristrutturazione - spiegava - e poi e' un'area che capiamo bene". Ma con una 'filosofia' di azione ben precisa: "Un private equity ragiona in tempi troppo stretti per creare un polo diversificato, pero' crede molto in una serie di acquisizioni omogenee, ch facciano diventare una societa' leader del suo settore specifico".

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