Economia
M&A, confusione sui dati del 2023. In aumento o in calo? Numeri a confronto
Per PwC il numero delle operazioni è cresciuto a 680 (+13,5%)
In sostanza sono però mancati i mega-deal, che sono quelli che trainano le statistiche. KPMG aveva mappato soltanto tre di valore superiore a un miliardo di euro: l’integrazione tra Dufry e Autogrill (da cui nascerà il leader mondiale della ristorazione per chi viaggia, con una forte presenza negli Stati Uniti, in Europa e una base significativa nei mercati asiatici) per un controvalore di 2,4 miliardi di euro; l’acquisizione della società irlandese quotata al NYSE Amryt Pharma da parte di Chiesi Farmaceutici per 1,4 miliardi di euro (si veda altro articolo di BeBeez) e l’acquisizione di Centrotec Climate Systems da parte di Ariston Holding con un investimento di circa un miliardo di euro, la più grande nella storia del gruppo. EY da parte sua ne ha contate 4 (peraltro tutte diverse da quelle considerate da KPMG) rispetto alle 9 annunciate nello stesso periodo del 2022, considerando WindTre, Isab e Gruppo Florence, ma anche l’operazione in corso nella NetCo di TIM (che BeBeez e KPMG non hanno considerato, visto che KKR è stato ammesso a trattative esclusive, ma il successo del deal non è ancora scontato, si veda altro articolo di BeBeez).
Indipendentemente dal metodo di mappatura dei deal, che è la ragione delle divergenze tra i numeri che emergono dai diversi report, quello che conta è il trend. E tornando all’attività dei private equity, Marco Daviddi, Strategy & Transactions Managing Partner di EY in Italia, ha commentato: “I fondi di private equity consolidano la loro presenza sul mercato italiano, anche se con un atteggiamento più prudente, che si concretizza in una dimensione media dei deal più contenuta, per diluire il rischio e per la pressione sulle valutazioni, penalizzate dall’incremento dei tassi di interesse che ha reso il financing delle operazioni più oneroso. Nel primo semestre specialmente i fondi con radicata presenza in Italia hanno continuato ad alimentare il flusso di investimenti, mentre i grandi fondi globali hanno avuto un atteggiamento più prudente. Ma ci aspettiamo un secondo semestre in cui questi torneranno protagonisti. I fondi sono ormai percepiti da aziende e imprenditori italiani come volano di crescita, in particolare sui mercati esteri, oltre che uno strumento per rafforzare la capacità di investimento e gestire il passaggio generazionale”.