Economia
Marco Tronchetti Provera, altro che crepuscolo: pronta l'ennesima rinascita
Non è ancora il momento di recitare il De Profundis, l'attivazione del Golden Power significherà una nuova stagione al timone di Pirelli (e non solo)
Sempre nel 2001, infatti, Mtp rileva dal duo Roberto Colaninno ed Emilio Gnutti il 27% di Olivetti, il veicolo che nel 1997 aveva acquistato – a debito – Telecom Italia condannandola a un incerto destino. A comprare le quote, oltre allo stesso Tronchetti Provera anche la famiglia Benetton. L’avventura di Olimpia (questo il nome della holding) non è fortunatissima, ma almeno c’è un tentativo di restituire vigore a una società che già allora annaspava. Il quinquennio alla guida di Telecom verrà ricordato anche per il tentativo, poi naufragato, di fondare con il magnate Rupert Murdoch una televisione pay-per-view che sarebbe stata antesignana di molte piattaforme streaming attuale. Un esperimento fallito che avrebbe forse cambiato le sorti dell’azienda.
Per cercare di ridurre l’indebitamento di Telecom ci fu anche il tentativo di conferire a Pirelli Re (oggi Prelios) gli immobili di proprietà dell’ex-Sip, avviando un meccanismo di dismissioni. Nel 2002-2003 Telecom conferì immobili per 1,6 miliardi di euro. Gli immobili confluirono in due società, Tiglio I e Tiglio II, e successivamente furono ceduti attraverso operazioni di mercato; un’altra operazione avvenne tra il 2005 e il 2006 e riguardò 1.300 immobili per un valore di circa un miliardo di euro. In questo caso Pirelli RE curò la due diligence e la riorganizzazione degli asset, poi acquistati da joint venture a cui Pirelli RE partecipava ma con quote di minoranza. A guidare Pirelli Re un altro “familiare”: Carlo Puri Negri, parente alla lontana di Leopoldo Pirelli, che nel 2009 fu il manager più pagato d’Italia e che uscì poi dagli affari del gruppo dopo una separazione turbolenta.
Durante gli anni sono diversi i dossier giudiziari in cui rimane coinvolto. Due, in particolare, sono degni di nota: il caso Kroll, uno dei rarissimi esempi in cui un uomo pubblico ha scelto di rinunciare alla prescrizione, preferendo andare in giudizio e venendo assolto perché il fatto non sussiste. Il secondo è uno scontro con Carlo De Benedetti. Nel gennaio 2015, infatti, prende il via il processo per diffamazione contro Tronchetti Provera da parte di Carlo De Benedetti (la frase incriminata è che De Benedetti "è stato molto discusso per certi bilanci Olivetti, per lo scandalo legato alla vicenda di apparecchiature alle Poste Italiane, che fu allontanato dalla Fiat, coinvolto nella bancarotta del Banco Ambrosiano, che finì dentro per le vicende di Tangentopoli"). Il 21 settembre dello stesso anno Tronchetti Provera viene assolto dal Tribunale di Milano "perché il fatto non costituisce reato"; De Benedetti aveva chiesto un risarcimento danni di 500.000 euro mentre la procura aveva chiesto una condanna a una multa di 1.000 euro.