Economia
Massimo Doris: "La manovra ci ha costretto a sospendere i fondi Pir"
Ieri Banca Mediolanum ha comunicato alla rete dei suoi oltre 4mila consulenti finanziari che la vendita di nuovi Pir è sospesa
"La legge di Bilancio ha introdotto modifiche legislative che i nuovi Pir non sarebbero in grado di rispettare, non consentendo al risparmiatore di beneficiare dell'esenzione fiscale", lo ha dichiarato Massimo Doris in un'intervista a ilgiornale.it
L'ad di Banca Mediolanum ritiene che: "per i Pir acquistati nel 2017 e 2018 non cambi niente. Chi li ha già può effettuare versamenti aggiuntivi. Le novità riguardano solo i Pir costituiti a partire dal primo gennaio 2019. Il governo pone un obiettivo condivisibile e lodevole: portare più denaro alle imprese di più piccole dimensioni. Ma il testo di legge così com'è, non è concretamente applicabile. Il risultato è che il flusso di risorse verso l'economia invece di aumentare, rischia di rallentare".
Secondo Massimo Doris la legge rende inapplicabili due punti: "L'obbligo di investire almeno il 3,5% del patrimonio del fondo in piccole e medie società dell'Aim con determinati requisiti (meno di 250 dipendenti e 50 milioni di fatturato) e un altro 3,5% in fondi di venture capital che investono in piccole imprese".
Doris ritiene che il problema sarebbe un conto aritmetico: "Il patrimonio dei Pir a livello di sistema è di circa 23 miliardi: significa che almeno 800 milioni devono essere investiti in società dell'Aim con i requisiti richiesti dalla nuova norma, altrettanti in fondi di venture capital. Ma sull'Aim non ci sono 800 milioni di flottante sui quali investire con quelle caratteristiche, e men che meno esistono venture capital di quelle dimensioni. Inoltre i fondi di tipo aperto non devono rispettare solo le indicazioni legislative, ma anche le regole di Bankitalia. Ad esempio, i requisiti di liquidità: non possono investire più del 10% in strumenti illiquidi. Ma se con questa legge si pone il limite minimo al 7%, se anche fosse possibile raggiungerlo, significa che in presenza di riscatti, a fronte dei quali vendiamo titoli per forza liquidi, è molto probabile che ci troviamo a sforare i limiti di Bankitalia".
L'ad di Mediolanum ritiene che l'obiettivo sia giusto, ma "la legge è stata scritta senza verificare l'effettiva e immediata applicabilità. L'idea di investire di più sull'Aim va molto bene, ma la percentuale deve essere adeguata al flottante attuale, molto, molto minore del 3,5%. Inoltre, stabilite le percentuali inferiori, bisogna dare ai fondi un termine temporale ragionevole per effettuare gli investimenti. Un'altra soluzione potrebbe essere quella di Tommaso Corcos, presidente di Assogestioni: lanciare fondi chiusi dedicati alla pmi che, essendo più illiquidi, abbiano maggiori benefici fiscali".
Massimo Doris suggerisce infine: "Il governo potrebbe sedere al tavolo con Assogestioni e autorità di vigilanza e insieme trovare una soluzione. E farlo in fretta, nel giro di 1-2 mesi massimo, nell'interesse dell'economia italiana".
L'ad di Banca Mediolanum conclude l'intervista a ilgiornale.it dichiarando che non è possibile dare una stima di quante risorse affluiranno in meno sul mercato: "Per quanto ci riguarda, guardando i numeri del 2018, l'impatto sarebbe stato di oltre 400 milioni".