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Economia
Mediobanca, Nagel vince ma è pronto ad uscire da Generali. Ecco perchè
Alberto Nagel e Francesco Gaetano Caltagirone

Nagel vince ma è pronto a uscire da Generali. Cosi Mediobanca si prepara alla trasformazione definitiva

Il primo dato, quello più atteso e anche il più scontato, è che la lista del cda ha vinto. Era prevedibile, anche perché i proxy advisor si erano già detti favorevoli alla continuità, seppur con qualche perplessità sul presidente Renato Pagliaro che non avrebbe quei requisiti di indipendenza che si richiedono a livello internazionale. È anche la vittoria di un management che ha chiuso l’ultimo anno fiscale con un miliardo di utili e ha ripreso da dove ha lasciato con altri 352 milioni nel primo trimestre.

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Il ruolo di Alberto Nagel così viene confermato per altri tre anni. Ma ora inizia la partita più complessa per lui: quella di riuscire a convincere Francesco Milleri e Francesco Gaetano Caltagirone. Anche perché è inutile girarci attorno: Mediobanca è l’antipasto del Leone nel 2025. Un passaggio che non è sfuggito a Nagel che, nella sua relazione all’assemblea, ha ricordato come Generali rimanga una partecipazione strategica, a meno che non si verifichino condizioni migliori.

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Quali? Non è un mistero che Mediobanca stia cercando di ampliare ulteriormente la sua potenza di fuoco nel wealth management. E se per raggiungere questo obiettivo si rendesse necessario vendere il 13% in Generali (e completare definitivamente il riposizionamento da Salotto buono a macchina da utili), non si guarderebbe in faccia nessuno. Come leggere il 32,05% delle azioni presenti in assemblea che ha scelto la lista di Delfin? Era la forchetta “bassa”, ma nessuno si aspettava l’exploit di Assogestioni, andata oltre il 4% contro ogni attesa. Caltagirone, come abbiamo già raccontato, poteva permettersi il lusso di guardare in modo (quasi) disinteressato alla partita. E Milleri, che pure ci ha messo la faccia, è più interessato alla battaglia interna a Delfin e alla lotta con gli eredi di Del Vecchio, lontanissima dall’essere risolta. E può comunque dire che un altro tassello è stato piantato. Si vedrà, insomma: quello che è certo è che Mediobanca continuerà a cambiare pelle. Magari, senza più avere un piede nel Leone.

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