Mediocredito Fvg, i conti non tornano. L'ombra dei conflitti d'interesse...
Fonti interne rivelano ad Affaritaliani.it che sarà necessaria un'altra ricapitalizzazione
di Andrea Deugeni
@andreadeugeni
I vertici del Mediocredito Friuli Venezia Giulia, il presidente Cristiana Compagno, mettono le mani avanti. "Non abbiamo indicazioni per ora (su un aumento di capitale, ndr). Si tratta prima di definire le caratteristiche dell'operazione di cartolarizzazione", ha spiegato la numero uno dell'istituto di credito speciale controllato (con oltre il 50%) dalla Regione Friuli Venezia Giulia targato Debora Serracchiani, subito dopo aver diffuso i dati dell'ennesimo bilancio chiuso in perdita.
Fonti interne alla banca, però, spiegano ad Affaritaliani.it che la nuova operazione di ricapitalizzazione bancaria a Nordest (la quarta in poco più di cinque anni) sarà necessaria dopo il quarto anno consecutivo di conti in rosso (7 milioni di euro nel 2012, 63,5 nel 2013, 29,5 nel 2014 e 39,6 nel 2015). Perdite che hanno mandato in fumo in tutto 140 milioni di euro circa.
La ricapitalizzazione sarà a maggior ragione necessaria se a questo si aggiungerà il buco che si creerà nell'attivo a seguito della cartolarizzazione da cessione di crediti messa in cantiere dalla banca per quest'anno. Operazione che, con molta probabilità, comprometterà anche il risultato del 2016, portando a cinque il filotto dei bilanci chiusi in perdita (e meno male che il 2016 doveva essere l'anno del ritorno all'utile. Chissà se gli ispettori di BankItalia torneranno a farsi un giro in Friuli...).
In più, sulla cartolarizzazione dell'elevato monte crediti in sofferenza (357 quelli lordi e 153,5 milioni quelli netti all'interno di 602 milioni complessivi di crediti deteriorati, il 30% circa degli impieghi), pende un conflitto d'interessi grande come una casa.
Il gruppo su cui dovrebbe vigilare anche la renzianissima Serracchiani ha affidato infatti alla nordestina (di Conegliano) Finint (vecchia conoscenza in Friuli Venezia Giulia in quanto i banchieri che la guidano, Enrico Marchi e Andrea de Vido, sono stati ex azionisti delle Assicurazioni Generali) la cessione delle sofferenze per chiudere il conto con le gestioni passate e mettere così una pietra sopra all'assorbimento continuo di capitale.
Peccato che la cessione, raccontano le fonti, verrebbe fatta tutta in casa: il vicepresidente di Mediocredito Fvg, Diego Frattarolo, è anche il capo del personale di Finit, merchant bank che si è offerta di valorizzare il mega-pacchetto di crediti al 15% del lordo del loro valore di libro. Meno di quanto, per intendersi, sono stati valorizzati (al 22%) i crediti in sofferenza di Banca Popolare dell'Etruria, Banca Marche, CariFerrara e CariChieti. Le quattro banche private (Mediocredito Fvg è una controllata pubblica) salvate a novembre scorso con decreto dal governo Renzi. Valutazioni che hanno marchiato a fuoco (come benchmark) il prezzo dei non performing loans (Npl) sul mercato italiano e che stanno terremotando dall'inizio dell'anno i titoli bancari a Piazza Affari (altro che i "fondi avvoltoi" stigmatizzati la scorsa settimana dal presidente dell'Acri Giuseppe Guzzetti...).
Per capire: se, al contrario, la cessione delle sofferenze avvenisse impiegando il neonato Fondo Atlante messo in piedi dal sistema bancario italiano su impulso del Tesoro, il pacchetto dei crediti potrebbe venir valorizzato a oltre il 40% del valore di bilancio (Atlante paga il valore netto da fondo rettificativo, un nuovo benchmark per tutto il comparto). E cioè circa 150 milioni di euro contro i 53,5 valorizzati, diversamente, (la due diligence è in corso) con il metodo Finint.
Non si tratta di questione di lana caprina, perché il primo metodo consentirebbe alla banca d'incassare circa 100 milioni in più e di ridurre di altrettanto la perdita potenziale da cartolarizzazione del 2016. La conseguenza pro-quota in capo alla Regione, corrispondente alla quota di controllo nel capitale, è di 55 milioni di soldi pubblici. Non briciole, per un bilancio regionale in cui la squadra della Serracchiani sta raschiando il fondo per evitare altri tagli e razionalizzazioni.
Fra un talk show e l'altro, la vice di Matteo Renzi avrebbe tutto l'interesse ad accendere un faro su quanto sta accadendo in Mediocredito e a portare il dossier sofferenze sul tavolo di Quaestio Sgr.