Economia
"Dazi e mercati a pezzi? Un piano di Trump per mettere con le spalle al muro la Fed"
A Milano precipitano i titoli bancari in scia all'effetto dazi di Trump, giù anche il Bitcoin ha cancellato tutti i guadagni accumulati dalla vittoria di Trump. L'intervista a Saverio Berlinzani, analista di ActivTrades

Donald Trump
Lunedì nero dei mercati. L'analista: "Trump indebolisce l'economia per costringere la Fed a tagliare i tassi"
"I mercati sono rimasti spiazzati dalla retorica di Trump, che sembra stia smontando il concetto di globalizzazione un pezzo alla volta". Così Saverio Berlinzani, analista di ActivTrades, spiega l'attuale situazione dei mercati globali dopo l’annuncio dei dazi da parte della Casa Bianca. Ma al di là delle parole, è importante guardare ai fatti: oggi abbiamo una tariffa del 10% su tutti i paesi, più un 25% sui produttori di auto che esportano negli Stati Uniti.
Il panico ha invaso i mercati: molti si aspettavano che Trump, nel giorno del "Liberation Day", usasse sia il bastone che la carota. E invece, per ora, ha scelto solo il bastone. La reazione è stata un’ondata di vendite senza precedenti, che ha fatto tornare alla mente il periodo del fallimento di Lehman. Ma non è ancora finita. Berlinzani avverte che, tecnicamente, c'è ancora spazio per un ulteriore calo dei listini, con la possibilità di un altro 20% di ribassi nel medio termine.
Una reazione del genere – peggio dell’11 settembre in certi indici – è davvero colpa dei dazi? O i mercati hanno colto qualcosa che Trump ha completamente ignorato?
Gli Usa hanno due problemi legati all’enorme debito pubblico e all’enorme squilibrio della bilancia commerciale, che a detta dei rappresentanti della Fed e dello stesso Jerome Powell, sarebbe insostenibile nel medio termine. La sensazione che Trump voglia indebolire la congiuntura economica per costringere la Fed a tagliare i tassi, è forte ed è la principal regione del sell off di questi ultimi giorni. Il pericolo che corre Trump è che se il soft landing che si auspica divenisse hard landing, il rischio di un crollo della borsa potrebbe avverarsi con conseguenze significative sull’economia.
Il tycoon poteva aspettarsi una risposta simile dai mercati globali: perché allora ha tirato dritto , restando apparentemente impassibile anche di fronte alle perdite miliardarie delle big tech americane?
La nostra idea al riguardo è che Trump stia forzando la mano sui dazi ben sapendo che sono dannosi, ma per ottenere in cambio qualcosa. Ma cosa? Intanto va ricordato che, dopo neppure due giorni dall’applicazione, tre paesi del sud est asiatico, prettamente esportatori e mercantilisti, come Vietnam, Cambogia, e Indonesia, hanno dichiarato di voler negoziare con gli Usa, per azzerare le tariffe all’export americano, cosicchè da provocare l’azzeramento dei dazi ai prodotti di questi tre paesi da parte dell’amministrazione Usa, che peraltro ha ovviamente accolto con favore la proposta. Ciò dovrebbe bastare per instillare qualche forma di dubbio a chi è ancora scettico e fortemente critico, perché gli effetti di questa azione sono probabilmente frutto di una strategia che mira esclusivamente ad ottenere reciprocità.
La forte reazione dei mercati rivela fragilità strutturali che erano solo sopite o frutto di un’esagerazione momentanea?
Il mercato ha percepito la questione dazi come la fine della globalizzazione e ha subito un’ondata di vendite senza precedenti perché, una eventuale fine della globalizzazione significherebbe isolazionismo e conseguenze che sono per il momento delle grandi incognite, e questa rappresenta la principale ragione dell’intensità della discesa in così breve tempo. Ora, le estensioni sono sempre possibili, ma dipendono da quali accordi si riusciranno a prendere a livello globale sul commercio, ed evitare l’applicazione dei dazi che a noi pare un grimaldello per arrivare alla reciprocità commerciale, che potrebbe voler dire, zero dazi per tutti. Se quello è il disegno, sui mercati azionari tornerà ben presto il sereno.
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Débacle anche per il Bitcoin che in poche ore ha cancellato tutti i guadagni accumulati dalla vittoria di Trump. Perchè?
Il bitcoin è un asset di rischio, pertanto in condizioni di avversione al rischio, appariva logico un suo ridimensionamento. Tutti gli asset di rischio sono sotto pressione, e sono privilegiati i bei rifugio, jpy e chf in testa.
Un eventuale taglio dei tassi da parte della Fed a maggio potrebbe davvero stabilizzare i mercati?
Le mosse della Fed a favore di un taglio dei tassi contribuirebbero al ritorno della fiducia sui mercati. Lo auspichiamo anche se c’è bisogno di qualche settimana prima che ciò possa avvenire.