Economia
Merloni, Illy, Stevanato e... La City fa i conti alle famiglie italiane
Boom di Ipo nel mercato dei capitali europei: le previsioni del Financial Times sul "bottino" delle quotazioni
Boom di Ipo nel mercato Ue, gli affari delle famiglie italiane finiscono sotto la lente della City
Merloni, Illy, Stevanato e non solo: gli affari delle imprese italiane finiscono sotto la lente della City. Solo pochi giorni fa la società leader negli impianti di riscaldamento Ariston ha dato l'annuncio che si quoterà (le offerte inizieranno il 18 novembre), presso Euronext Milan con un'Ipo da 300 milioni di euro, con Mediobanca, Goldman Sachs, Intesa Sanpaolo come joint global coordinators e joint bookrunners.
Andrea Illy, presidente di Illycaffè, mediaterebbe da tempo su una possibile quotazione: rumor che si sono fatti sempre più concreti dopo il cambio ai vertici che ha visto l'uscita di Massimo Pogliani e l'ingresso dell'ex numero uno di Kiko, Cristina Scocchia. Mentre Stevanato, leader mondiale di cartucce di insulina, ha scelto la quotazione a luglio sulla borsa di New York.
Un vero boom dei mercati dei capitali europei: "Il 2021 ha segnato un anno record di finanziamenti a causa dell'impennata dei prezzi delle azioni, della ripresa economica e della transizione accelerata a Internet: i banchieri non dovrebbero badare a un collega italiano a cui manca un nuovo listino", rimarca il Financial Times.
Ma, secondo il Ft, l'aggiunta del prossimo anno del settore delle energie rinnovabili di Ariston e Any farà ben poco per spostare l'ago: "Il Regno Unito guida l'aggregato portando sul mercato della tecnologia e della finanza altre nuove società, mentre le transazioni in Italia continuano ad essere ridotte.
Il motivo? E' culturale. Secondo il quotidiano britannico "nel nord d'Italia ci sono grandi scuderie a conduzione familiare, ben gestite: agli imprenditori piace passare il controllo alla generazione successive e le banche sono generose con il capitale di prestito". Ariston è un esempio di questo: ha raccolto 300 milioni di euro in nuovi finanziamenti per una grande vendita secondaria da parte della famiglia di controllo, ovvvero Merloni.
E mentre "il mercato riflette il basso desiderio di capitale esterno da parte dei redditizi titoli a media capitalizzazione italiani, i broker locali indirizzano i loro soldi nazionali verso iniziative di crescita più piccole. E le banche internazionali si concentrano sui bisogni delle imprese buone e statali".
In sostanza, conclude il Ft, il trading in Italia Junior Aim rimane forte, ma il rating è basso: il capitale di crescita delle grandi imprese è scarso.
In conclusione, secondo i banchieri esiste una "lacuna nel mercato dei finanziamenti per le piccole e media imprese". Secondo Clarence Nahan di Berenberg, l'Italia dovrebbe recuperare il ritardo nel 2022. Ma, per il Ft, alcuni dei potenti titoli a media capitalizzazione di mercato rimarranno di proprietà della famiglie (per sempre).