Politica
Mes, Meloni cede alle pressioni di Bruxelles. Ratifica alla Camera a giugno
La conferma arriva dai capigruppo a Montecitorio. Le mosse del ministro Giorgetti e il pressing dell'Ue
Mes, ratifica in calendario. Ma la legge potrebbe anche tornare indietro
Anche l'Italia alla fine ha ceduto, la ratifica del Mes è stata calendarizzata per fine giugno alla Camera. Il pressing della presidente Ue von der Leyen su Meloni e Giorgetti è andato a buon fine. Il nostro era rimasto l'unico Paese tra i 27 a non ratificare il meccanismo di stabilità. Il 30 giugno inizierà nell’aula di Montecitorio la discussione sulla ratifica del nuovo Trattato. La conferenza dei capigruppo della Camera ieri ha calendarizzato per quella data i relativi disegni di legge a firma Luigi Marattin (Iv/Azione) e Piero De Luca (Pd). Non è però affatto detto che questo comporti davvero un sì o un no nei giorni o settimane successive. I due ddl – attualmente all’esame della Commissione Esteri – tra 30 giorni potrebbero arrivare in Aula (anche senza mandato al relatore) e, a quel punto, essere persino rimandati indietro con un voto della maggioranza.
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Va almeno registrato, però, - prosegue il Fatto - per farsi un’idea del futuro, in che contesto matura la decisione di ieri, alla quale potrebbe non essere estraneo il pressing sul governo da parte dei partner Ue e della Commissione, mentre l’esecutivo gioca la faticosa partita delle modifiche al Pnrr e della riforma del Patto di stabilità e crescita. La nuova forma del fu “fondo salva-Stati” dovrebbe entrare in funzione dal 1° gennaio prossimo, assumendo anche i compiti di "rete di protezione" del Fondo unico di risoluzione sulle crisi bancarie per una settantina di miliardi. Nelle ultime settimane è questo il motivo con cui sono ripartite le pressioni sull’Italia per chiudere la partita, proprio mentre il governo di Giorgia Meloni – contrarissima in passato alla ratifica, come d’altronde Matteo Salvini – si ritrova diversi tavoli aperti a Bruxelles: come la questione dellla terza rata del Pnrr, ormai ostaggio della Commissione.