Economia
Minenna a La Piazza: "I mercati temono l'ingovernabilità, non la Meloni"
Il direttore dell’Agenzia delle Dogane: “Da 18 mesi gli hedge fund vendono titoli di Stato”
Minenna a La Piazza: “Non rincorriamo la Fed”
“I segnali arrivano dagli Stati Uniti: l’inflazione sta iniziando a calare. Da noi ci vuole un po’ di tempo, diciamo tra i 3 e i 4 mesi, perché gli effetti si facciano sentire”. Marcello Minenna, direttore dell’Agenzia delle Dogane, Accise e Monopoli, dal Palco di La Piazza, prova a calmare gli animi in un momento che si fa sempre più complesso. “Per abbattere il caro-prezzi non bisogna spingere in maniera eccessiva sul rialzo dei tassi, come è stato annunciato dalla Fed a Jackson Hole, o si può rischiare la cosiddetta tempesta perfetta: caro energia, crisi economica e fondi in agguato. Per questo la Bce dovrà essere molto attenta a come si muoverà. Certo, se dovessero mantenersi le condizioni attuali, senza ulteriori scossoni esterni, possiamo iniziare a pensare che la buriana sull’inflazione stia progressivamente rientrando”.
“I fondi speculativi hanno mollato l’Italia già con Draghi”
L’economista ha poi offerto una prospettiva per certi versi sorprendente e che va contro il pensiero più diffuso: l’effetto Draghi sui mercati non è stato così formidabile come ci si poteva attendere. E questo per due ordini di motivi. “Prima di tutto – ha spiegato Minenna – perché oggi il rischio Paese dell’Italia viene ‘quotato’ come quello greco, visti i differenziali simili con i titoli di stato tedeschi. Questo nonostante Atene sia passata da 10 anni di austerity forzata per mano della Troika dopo i problemi sui conti pubblici. Il secondo dato, meno noto, è che negli ultimi 18 mesi gli investitori hanno venduto 100 miliardi di euro di titoli di stato italiani, un segnale evidente che non venivano più considerati titoli particolarmente ‘interessanti’ per i mercati”.
“I mercati non temono la Meloni, ma l’instabilità”
Altro tema caldo dal punto di vista economico è quello che riguarda l’eventuale affermazione del centro-destra alle prossime elezioni e soprattutto la primazia di Giorgia Meloni e di Fratelli d’Italia. Molto si è detto sul fatto che i mercati potrebbero avere qualcosa “da ridire” e che potrebbero temere politiche populiste e più lontane dai diktat dell’Europa. “I mercati non hanno paura della Meloni – ha concluso Minenna – ma dell’ingovernabilità e della frammentazione del voto. Ci sono almeno quattro partiti che potrebbero ambire al 3%. Se tutti e quattro dovessero superare questa soglia ci troveremmo in una situazione molto complicata. E gli investitori, che sanno fiutare l’aria, scommetterebbero subito contro la possibilità che si trovi una quadra in tempi rapidi”.