Economia
Moda, Luxottica e Prada tra i big. Ma i veri campioni sono francesi
Luxottica (9,2 miliardi), primo tra gli operatori italiani, si posiziona al settimo posto, mentre il gruppo Prada (3,1 miliardi) è quattordicesimo
Un terzo dei colossi della moda in Europa è italiano, ma i gruppi francesi hanno dimensioni maggiori e si aggiudicano anche il primato per giro d'affari (con il 30,3% del fatturato aggregato, favorito anche dall'apporto dei marchi italiani acquistati). E' lì che troviamo i giganti del settore.
E' quanto mette in luce la nuova edizione del Focus Moda realizzato dall'Area studi di Mediobanca secondo cui nel periodo 2013-2017 i 43 principali gruppi europei della moda hanno registrato ricavi aggregati per 226,2 miliardi (+33% sul 2013). Sul podio anche Italia (13,4%) e Spagna (13%), entrambe doppiate dalla Francia.
Tra i gruppi principali, il gigante francese Lvhm, con 70 marchi in cinque diversi comparti, si conferma leader assoluto per dimensioni (con un fatturato pari a 42,6 miliardi). Inseguono a grande distanza il gruppo spagnolo Inditex che controlla Zara (25,3 miliardi), il tedesco Adidas (21,2 miliardi), lo svedese H&M (20,3 miliardi) e l'altro francese Kering, proprietario, fra gli altri, di Gucci e Bottega Veneta (15,5 miliardi). Luxottica (9,2 miliardi), primo tra gli operatori italiani, si posiziona al settimo posto, mentre il gruppo Prada (3,1 miliardi) è quattordicesimo.
La crescita media annua del fatturato nel 2013-2017 fa sorridere le aziende italiane: Valentino (+22,2%) e Moncler (+19,7%) sono rispettivamente seconda e quarta nella classifica dominata dalla danese Pandora (+26,1%). Al terzo posto si inserisce la francese Smcp (+21,5%). L’Europa ha realizzato un tasso medio annuo di incremento del fatturato del 7,4% nel 2013-2017. In questo contesto spiccano Danimarca (+13,6%) e Spagna (+10,1%), le uniche ad andare in doppia cifra.
Sotto la media europea, invece, Regno Unito (+5%) e Italia (+3,5%). In calo la redditività, con l’ebit margin europeo che si attesta a quota 15,3% nel 2017 (era al 17% nel 2013). Anche qui sono i gruppi danesi (22,6% nel 2017) a dominare la classifica, seguiti stavolta dalle compagnie francesi (19,6%). Gli operatori italiani (11,6%) sono costretti a inseguire, rimanendo però davanti agli ultimi in graduatoria, i tedeschi (10%).Aspetto distintivo dei maggiori gruppi europei è la proiezione internazionale.
Nel 2017 in media l’85,2% delle vendite è realizzato al di fuori del paese di origine. I francesi, con l’87,7%, sono davanti a tedeschi (83,6%) e spagnoli (82,3%). L'Italia, con il 78,3%, dimostra di avere un export con buoni margini di sviluppo globale. Abbondantemente sotto la media le aziende britanniche(52,8%), influenzate dalla presenza di gruppi come Arcadia e New Look che operano in buona parte sul mercato domestico. A livello europeo il settore sfiora, infine, il milione di occupati.
Nel 2017 i 43 operatori europei hanno dato lavoro a quasi 990mila persone (+190mila unità sul 2013). I gruppi italiani si mettono in luce per aver incrementato la forza lavoro di oltre 30mila unità, secondi soltanto agli spagnoli che hanno ampliato il proprio organico di 48mila unità (riferibili in gran parte al gruppo Inditex, +44,7mila unità), ma davanti ai francesi (+20,3mila unità).