Economia

Etruria/ Morando: i risparmiatori non se la prendano conl governo


Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)
 

"Immagino che prevalentemente si tratti di investitori in azioni di Banca Etruria e in obbligazioni subordinate (che, come è noto, costitutiscono parte del capitale di rischio) che, presumo, rivolgano le loro sacrosante proteste nei confronti degli amministratori di queste banche, che certo non hanno usato con appropriatezza e prudenza i loro poteri per tutelare quel tipo di investimento, perché di investimento si tratta". Il vice-ministro dell'Economia, Enrico Morando, intervistato da Affaritaliani.it, commenta la manifestazione dei risparmiatori contro Banca Etruria ad Arezzo. "Quando il governo è intervenuto decidendo per il processo di risoluzione la situazione di queste banche era gravissimamente pregiudicata e quale che fosse il soggetto che veniva chiamato ad intervenire, comunque, si trattava di banche che erano sull'orlo del fallimento".

"Il governo - spiega Morando - è intervenuto per tutelare in primo luogo i depositanti e, faccio notare, anche i depositanti anche oltre i 100mila euro previsti dalla tutela del fondo interbancario. Tutte le imprese che avevano fidi con quelle banche possono continuare ad avere rapporti finanziarie con le nuove banche senza subire alcun pregiudizio. Siamo intervenuti anche per tutelare tutti i lavoratori dipendenti di queste banche. Naturalmente ora gli investitori protestano nei confronti, mi auguro, degli amministratori che hanno malgestito i lori investimenti nel corso di questi anni fino ad arrivare a questo punto".

"Nel 2016 - sottolinea il vice-ministro dell'Economia - faremo quello che abbiamo deciso prima nel decreto legge e poi, soprattutto, attraverso gli emendamenti apportati al decreto stesso nella Legge di Stabilità.  I titolari di obbligazioni subordinate che potranno dimostrare di fronte al soggetto incaricato, l'Autorità Anti-Corruzione, di avere acquistato quei titoli senza avere piena cognizione del loro carattere di capitale di rischio e di avere comperato queste obbligazioni in una situazione di particolare costrizione o di non perfetta trasparenza delle consizioni potranno - sulla base dei 100 milioni di euro messi a disposizione dal fondo interbacanrio per la tutela dei depositi - avere un ristoro totale o parziale rientrando di ciò che hanno perso per ragioni che non solo addebitabili a scelte loro fatte in perfette cognizioni di causa. E' ovvio, e insisto, che non tutti coloro che detengono obbligazioni subordinate rientrano in questa categoria per ragioni che mi sembrano persino ovvie e che non è il caso di illustrare".

"Ci sono possessori di obbligazioni subordinate che sono investitori istituzionali, i quali - ricordo - sono investitori il cui portafoglio dimostrerà che hanno comperato quelle obbligazioni in funzione di una loro iniziativa sul versante del rendimento elevato, in rapporto a un rischio elevato, e in questo caso quindi è del tutto evidente che, come accade ad altri investori che rischiano, lo Stato o chi per esso non può intervenire a ristoro delle perdite".

"I tempi - spiega Morando - saranno brevissimi, così come devono essere brevi i tempi di superamento delle banche ponte per potere avviare le attività delle nuove banche con i nuovi proprietari. E' chiaro che le banche ponte hanno un senso in quanto sono appunto ponte verso una soluzione molto rapida attraverso l'acquisizione da parte dei nuovi soggetti di queste banche. Data la concentrazione sul terrotirio, le banche che verranno acquistate dal soggetto X saranno banche che hanno appunto una forte concentrazione della propria presenza sul territorio e, quindi, potrebbe essere nell'interesse di queste nuove banche considerare di creare situazioni di particolare privilegio per gli azionisti delle vecchie banche che oggi hanno perso tutto sulla base del processo di risoluzione reso inevitabile dalle scelte degli amministratori precedenti e non dalle scelte del governo (sottolineao per la centesima volta). Se fossi un acquirente di Banca Etruria o di una delle quattro banche soggette al processo di risoluzione -  conclude il vice-ministro - avrei quindi un interesse primario a mantenere quei clienti tra quelli della mia nuova banca e cercherei pertanto di creare condizioni di favore per questi soggetti, cosa che non si può fare per legge, per le ragioni che conosciamo, ma si può fare sulla base di una politica aziendale ben intesa".