Economia

Mps, nessuna manifestazione d'interesse. Tononi: fusione non prima del 2016. Ko in Borsa

Nessuna manifestazione di interesse per Mps e fusione in programma ma che arriverà a destinazione non prima del 2016. E' sfortunato l'esordio del neo presidente di Mps Massimo Tononi (ha sostituito Alessandro Profumo) alla guida della banca senese. La Borsa (-8,57% a 1,53 euro a fine seduta dopo che sono scattati i realizzi sul titolo, performanc e che ha condizionato anche Carige; -3,55% a 1,448 euro) ha accolto male infatti il nuovo orizzonte temporale dell'aggregazione dell'istituto di credito toscano, matrimonio chiesto dalla authority di vigilanza (la Bce) al termine degli stress test dello scorso anno per rafforzare il patrimonio del gruppo.

"Il percorso di aggregazione è un processo che richiede tempo, sarebbe lo stesso anche se non ci fosse lo Srep della Bce", ha sottolineato il numero uno del Monte, in conferenza stampa, osservando che la banca è molto cambiata dal punto di vista degli assetti proprietari: "Oggi Mps  è a tutti gli effetti una public company, non ci sono soci in grado di controllare l'assemblea". Tononi ha anche assicurato che dedicherà "una parte importante" del suo tempo al capitolo aggregazione perché non si può sfuggire ai desiderata del regolatore. Tononi ha incontrato la Bce la settimana scorsa, un appuntamento "di cortesia", ma l'indicazione dell'Istituto centrale europeo non è cambiata: vuole che Mps  cerchi un partner. "Mi spenderò in prima persona come garante di tutti gli stakeholders", ha detto il presidente.

Con la Bce non si è comunque discusso dei nomi degli eventuali partner "né abbiamo ricevuto indicazioni in alcun senso. Per il momento", ha precisato il numero uno di Rocca Salimbeni, "non c'è un partner ideale" e in ogni caso "abbiamo guardato e continuiamo a guardare anche alle banche straniere". Sarebbe, infatti, "inappropriato" trascurare anche questa strada. Finora non ci sono state manifestazioni di interesse verso Mps  da parte di potenziali partner industriali e finanziari contattati dagli advisor, un fatto dovuto, secondo Tononi, anche all'evoluzione regolamentare in atto, in particolare all'attesa sugli esiti dello Srep della Bce sulle banche europee. 

A questo proposito Tononi ha annunciato che Mps  non ha ancora ricevuto gli Srep dalla Bce, però "è questione di giorni e dovremo ricevere la bozza" delle indicazioni sui livelli di capitale da Francoforte, mentre il testo definitivo dovrebbe arrivare a novembre. In ogni caso "ci aspettiamo che venga riconosciuto il lavoro fatto in questi mesi, ma non ho indicazioni specifiche", ha puntualizzato. Se, dunque, per un'aggregazione bisognerà aspettare il 2016, per chiudere la vicenda del contratto derivato con Nomura nato dalla ristrutturazione del prodotto strutturato Alexandria i tempi non sono così lunghi. "Stiamo lavorando con grande impegno per arrivare a una soluzione soddisfacente possibilmente entro il 2015", ha auspicato Tononi, ammettendo che "nessuna banca può vivere con una situazione come questa". C'è molta attenzione anche su questo fronte da parte della Bce che naturalmente si augura una soluzione positiva.

Mps ha citato Nomura per danno extracontrattuale. C'è poi la coda penale sulla ristrutturazione di Alexandria, il processo a Milano inizierà il 12 ottobre e vede nella veste di imputati gli ex vertici di Mps  (Giuseppe Mussari, Antonio Vigni e Gianluca Baldassari) e due ex top manager di Nomura (Sadeq Sayed e Raffaele Ricci). Il presidente di Mps  non ha escluso che, in caso di accordo tra Siena e la banca giapponese, ci possa essere "una forte similitudine con la chiusura del derivato Santorini", sottoscritto da Siena con Deutsche Bank . A dicembre 2013 Mps  chiuse il prodotto Santorini con un costo di 525 milioni ma risparmiando 221 milioni, proprio in virtù della chiusura anticipata del contratto.