Economia
Mps, non è finita per Siena. I rischi del nuovo piano e i crediti deteriorati
I dubbi sul fatto che per il Montepaschi sia stata davvero scritta l'ultima parola non mancano. Ecco quali sono
In parallelo le difficoltà per gestire/recuperare le sofferenze cedute, un terzo delle quali saranno gestite dalla piattaforma che Mps ha sviluppato e che sarà ceduta (anche perché per ottenere le Gacs sulla tranche senior è importante avere service indipendente, come ha ricordato il top management di Mps), tornerebbero a salire. Mentre il beneficio fiscale potenziale di 1 miliardo di euro di cui dal 2018 Mps potrà godere, in ragione della futura redditività, potrebbe sfumare.
Non stupisce che in attesa dal nuovo piano industriale, promesso per fine settembre, Mps non abbia voluto fornire delle “guidance” e che non ci si sia voluti sbilanciare sui rischi di esecuzione dell’aumento di capitale iperdiluitivo che fa da architrave a tutta l’operazione. Quello che stupisce, o forse no, è che il top management della banca abbia ribadito più volte che a questo punto non c’è più nessun ulteriore “piano b”: o la và o la spacca, insomma. Incrociando le dita affinchè nessun imprevisto si manifesti né per i sottoscrittori delle tranche di sofferenze cartolarizzate, né per gli azionisti vecchi e nuovi.
Luca Spoldi