Economia

Mps, non è finita per Siena. I rischi del nuovo piano e i crediti deteriorati

I dubbi sul fatto che per il Montepaschi sia stata davvero scritta l'ultima parola non mancano. Ecco quali sono

Ma cosa succederà se non si troveranno investitori disposti a sottoscrivere i nuovi titoli azionari Mps o se il collocamento delle varie tranche di sofferenze procederà in modo difforme dalle aspettative, in particolare se la tranche senior, quella meno rischiosa e dunque con rendimenti meno elevati, venisse collocata per un ammontare inferiore al previsto? Si dovrebbe necessariamente o incrementare la percentuale delle tranche junior, più rischiose (ma con quali soldi Quaestio potrà sottoscrivere ulteriori sofferenze non è chiaro) o offrire un rendimento diverso sulle junior notes, o entrambe le cose. “In ogni caso sarà “un problema dei detentori delle junior note e non della banca” hanno confermato i vertici di Mps nella conference call di venerdì sera. Il che è in fondo ammettere che gli attuali azionisti rischiano più di tutti, ma questa è solo una verità parziale, perché nel caso malaugurato che il recupero crediti desse risultati peggiori rispetto a quelli stimati nelle simulazioni alla base dell’intera operazione, a rischiare di perdere in tutto o in parte il capitale sarebbe anche Atlante (1 o 2), e dunque i suoi azionisti, sottoscrittori tramite il fondo della tranche mezzanina.

Persino la tranche “senior”, la meno rischiosa, in realtà in ipotesi estremamente negative rischierebbe, qualora non venisse come auspicato coperta dalle Gacs, che possono essere concesse solo se la tranche otterrà un rating “investment grade”. Per questo, probabilmente, il management ha insistito più volte sul concetto che l’operazione “ci si attende” provochi un rerating: ma se Moody’s o Fitch o S&P’s non staranno al gioco la strada si farebbe subito ripida. Ultimo ma non meno importante dubbio: cosa accadrà agli Npl (a quel punto costituito quasi esclusivamente da inadempienze probabili e scaduti) che resteranno “in pancia” alla banca dopo lo scorporo e cessione delle sofferenze? Stiamo parlando di 17,6 miliardi di crediti attualmente coperti al 32% per i quali Mps effettuerà accantonamenti per altri 2,2 miliardi per alzare la copertura al 40%.

Ora: è vero che i segnali dell’ultimo trimestre sono positivi, ma che accadrebbe se la Brexit, o il rallentamento della Cina o di altre economie mondiali, o persino una fase di turbolenza politica in Italia o in Europa, facessero nuovamente peggiorare il tasso di migrazione verso le categorie di credito maggiormente deteriorate, rispetto alle ipotesi della matrice di valutazione interna di Mps? Il rerating della banca avrebbe vita corta e il costo del capitale, che col piano varato dal Cda è atteso in significativo calo (elemento importante per poter sperare in un significativo incremento della redditività dell’istituto) tornerebbe a salire, così come peggiorerebbe nuovamente Npl/crediti totali, che Mps con l’operazione spera di veder calare al 18% dal 34% a livello lordo e al 12% dal 21% a livello netto.

(Segue...)