Economia
Mps riorganizza il vertice. Bastianini prepara la vendita
Via cinque direzioni generali accorpate in un unico "chief"
Mentre i soci del Montepaschi bocciano in assemblea le azioni di responsabilità nei confronti degli ex vertici Alessandro Profumo e Fabrizio Viola e del Cda chieste dall’azionista Bluebell, approvano il bilancio e integrano il collegio sindacale (entrano Luisa Cevasco e Francesco Fallacara), a Siena si apre un nuovo cantiere di ristrutturazione dell’assetto organizzativo, cantiere che questa volta, dopo i numerosi tagli alla forza lavoro, riguarderà la direzione generale. Una ristrutturazione che non interesserà i dipendenti, ma che darà una sforbiciata soltanto ai livelli nella struttura centrale di coordinamento.
Il piano, spiega una fonte interna alla banca, è stato comunicato una settimana fa ai sindacati solo “per conoscenza” e le sigle lo hanno immediatamente definito inaccettabile, rispedendolo al mittente. La bocciatura, a quanto risulta, non fermerà il Ceo Guido Bastianini che intende procedere spedito per snellire prima possibile la struttura di direzione generale che vede sotto l’amministratore delegato cinque direzioni: chief financial officer, chief lending officer, chief commercial officer, chief operating officer e chief human capital officer. Direzioni che a loro volta si articolano in sotto direzioni.
L’idea del Ceo è quella di creare un’unica struttura di direzione, chiamata “Chief”, che dipende direttamente dall’amministratore delegato e dal consiglio d’amministrazione, centro decisionale a cui poi faranno riferimento le strutture di primo, secondo e terzo livello.
Dentro le strutture, secondo quanto riferisce la fonte, l’operatività sarà gestita da dei “Team”, dotati di un numero minimo di tre persone con funzioni diverse. Attraverso l'accorpamento e la riduzione dei livelli gerarchici, Bastianini punta a ottenere una maggiore flessibilità operativa e velocità gestionale dei processi decisionali della banca. La fonte riferisce che non sono escluse esternalizzazioni di alcune funzioni.
I sindacati contestano l’intervento fatto senza tener conto della soluzione scelta per il futuro della banca, perché non è ancora chiaro quale sarà la strada scelta dal Tesoro, azionista al 64,23%, per il Monte. E cioè se il gruppo verrà venduto in blocco o se, come si vocifera, si procederà più probabilmente a uno “spezzatino” degli asset.
Secondo alcune letture interne, il piano mira comunque a preparare la banca per la vendita e si fa notare come un alleggerimento ai livelli sopra la rete compatibile si compatibile soprattutto con la vendita singola di parti della rete, gli asset da valorizzare.
@andreadeugeni