Economia

Mps riorganizza il vertice. Bastianini prepara la vendita

di Andrea Deugeni

Via cinque direzioni generali accorpate in un unico "chief"

Mentre i soci del Montepaschi bocciano in assemblea le azioni di responsabilità nei confronti degli ex vertici Alessandro Profumo e Fabrizio Viola e del Cda chieste dall’azionista Bluebell, approvano il bilancio e integrano il collegio sindacale (entrano Luisa Cevasco e Francesco Fallacara), a Siena si apre un nuovo cantiere di ristrutturazione dell’assetto organizzativo, cantiere che questa volta, dopo i numerosi tagli alla forza lavoro, riguarderà la direzione generale. Una ristrutturazione che non interesserà i dipendenti, ma che darà una sforbiciata soltanto ai livelli nella struttura centrale di coordinamento.

Il piano, spiega una fonte interna alla banca, è stato comunicato una settimana fa ai sindacati solo “per conoscenza” e le sigle lo hanno immediatamente definito inaccettabile, rispedendolo al mittente. La bocciatura, a quanto risulta, non fermerà il Ceo Guido Bastianini che intende procedere spedito per snellire prima possibile la struttura di direzione generale che vede sotto l’amministratore delegato cinque direzionichief financial officer, chief lending officer, chief commercial officer, chief operating officer e chief human capital officer. Direzioni che a loro volta si articolano in sotto direzioni. 

L’idea del Ceo è quella di creare un’unica struttura di direzione, chiamata “Chief”, che dipende direttamente dall’amministratore delegato e dal consiglio d’amministrazione, centro decisionale a cui poi faranno riferimento le strutture di primo, secondo e terzo livello. 

Dentro le strutture, secondo quanto riferisce la fonte, l’operatività sarà gestita da dei “Team”, dotati di un numero minimo di tre persone con funzioni diverse. Attraverso l'accorpamento e la riduzione dei livelli gerarchici, Bastianini punta a ottenere una maggiore flessibilità operativa e velocità gestionale dei processi decisionali della banca. La fonte riferisce che non sono escluse esternalizzazioni di alcune funzioni.

I sindacati contestano l’intervento fatto senza tener conto della soluzione scelta per il futuro della banca, perché non è ancora chiaro quale sarà la strada scelta dal Tesoro, azionista al 64,23%, per il Monte. E cioè se il gruppo verrà venduto in blocco o se, come si vocifera, si procederà più probabilmente a uno “spezzatino” degli asset.

Secondo alcune letture interne, il piano mira comunque a preparare la banca per la vendita e si fa notare come un alleggerimento ai livelli sopra la rete compatibile si compatibile soprattutto con la vendita singola di parti della rete, gli asset da valorizzare. 

@andreadeugeni