Economia

Tesla, Musk lancia il “pool” di costruttori di auto per evitare le multe europee. Ma non è l'unico...

La strategia dell'uomo del momento e il rapporto con l'Ue

di Francesco Crippa

Il “pooling” non è una novità. Già nel 2020-21, in occasione di un precedente taglio delle emissioni, altri produttori, tra cui Volskwagen, Suzuki e Jaguar avevano adottato questo meccanismo, senza però...
 

Ci penserà l’uomo del momento a salvare i produttori di automobili dalle salate multe previste dal Green deal. O, almeno questa, è l’idea di Elon Musk. Nei giorni scorsi, Tesla, la casa automobilistica di cui è proprietario, ha presentato alla Commissione Ue un progetto per formare un “pool” di costruttori per permettere loro di evitare di incappare nelle sanzioni che colpiscono chi non rispetta gli obblighi comunitari in tema di emissioni. Tutto questo mentre il commissario europeo per l’Azione climatica, l’olandese Wopke Hoekstra, ha fatto sapere di escludere una modifica in senso permissivo delle regole.

Nel 2025, i produttori di automobili dovranno ridurre le emissioni di CO2 del 15% rispetto ai valori del 2021. Secondo gli esperti, per raggiungere questo target il 20% delle vendite complessive di ciascuna casa dovrebbe essere rappresentato da veicoli elettrici. La multa, per chi non dovesse rispettare gli obblighi, ammonta a 95 euro per ogni grammo di anidride carbonica oltre il consentito per veicolo venduto. Regole stringenti, che potrebbero comportare una multa complessiva stimabile in miliardi di euro, fino a 15 secondo Acea, l’Associazione europea dei costruttori di auto. Per questo, molte case auspicavano una revisione delle regole, anche in virtù dei mutati umori all’interno dell’Ue rispetto ai paletti della transizione energetica. Il commissario Hoekstra, però, ha sbattuto loro la porta in faccia. “Molti altri grandi produttori sono fiduciosi e non vogliono cambiare il quadro: modificare le regole causerebbe distorsioni di condizioni di parità e metterebbe questi produttori in una posizione di svantaggio competitivo”, ha dichiarato durante un’interrogazione parlamentare.

Una strategia per evitare di trovarsi a pagare multe per inadempienza è dunque quella del “pooling” sul modello di quella proposta da Musk. Come confermato dall’esecutivo Ue, Tesla ha presentato una dichiarazione di intenti per creare un gruppo di produttori che condividano le proprie emissioni. I produttori che non riusciranno a vendere abbastanza veicoli elettrici potranno acquistare crediti sulle emissioni da Tesla. In sostanza, si tratta di un meccanismo di compensazione tra gli aderenti, che dovrebbero essere 15, tra cui Stellantis (con otto marchi), Toyota, Ford, Subaru e Mazda.

Quello di Musk non è l’unico pool in via di costituzione. Mercedes-Benz, infatti, ha presentato il progetto di un gruppo analogo assieme a Volvo e a Polestar e Smart, marchi della holding cinese Geely. C’è, però, anche chi non è del tutto convinto della bontà di questa strategia. Luca de Meo, ceo della francese Renault, ha infatti definito “decisioni controproducenti” l’acquisto di crediti dai concorrenti o la riduzione della produzione. Eppure, ha sottolineato, i produttori si trovano “costretti” a farlo a causa della mancanza di una “posizione chiara della Commissione europea”.

A dire il vero, il “pooling” non è una novità. Già nel 2020-21, in occasione di un precedente taglio delle emissioni, altri produttori, tra cui Volskwagen, Suzuki e Jaguar avevano adottato questo meccanismo, senza però riuscire a centrare l’obiettivo e dovendo quindi pagare, in totale, più di 500 milioni di euro di multe. Si tratta, in ogni caso, di una navigazione a vista da parte dei produttori, che si trovano a muoversi all’interno di regole stringenti poste dalle istituzioni nonostante il mercato mandi altri segnali. La fetta rappresentata dai veicoli elettrici è infatti pari solo al 14,4% del totale.

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