Economia

Musk ci delizia con la sua zuppa di banalità: finto "Ubermensch" senza ideali

di Maurizio De Caro

L'apprendista stregone, in contatto con i potenti del mondo, in realtà ha interessi controversi: i nostri sogni non sono altro che marketing per le sue aziende

Dunque teniamogli la coda del frac mentre ci racconta il suo futuro che assomiglia pericolosamente al nostro, tra sorrisi e meraviglie tecnologiche che servono solo ai suoi immensi fatturati, ma ci serve veramente tutto questo processo tecnologico? Ci ha resi migliori? Ci ha alleggerito la vita nella nostra torbida quotidianità?

No, ci ha imposto il sorriso ebete di chi ogni mattina guadagna quanto uno stato di medie dimensioni, dunque la sua qualità della vita ha imposto un impoverimento schiavistico generalizzato, soldati compiacenti di un gigantesco auto-genocidio, silenzioso e pulito come le calandre idiote delle sue auto.

Non è il solo ma The Mask/Musk è più pericoloso perché aiuta a dare il colpo di grazia a tutti i concetti filosofici, economici e culturali degli ultimi decenni, chi controlla gli algoritmi, esprime i desideri di tutti, forgia le coscienze, racconta tutto quello che ci deve “piacere” senza provare piacere, una società perfetta dove in Grande Banco del Casinò, pieno di luci e di colori anonimi, vince sempre.

Non se n’è accorto nessuno, ma il vero Dracula post-moderno, ha continuato a succhiarci il sangue, ma senza cattiveria e senza niente di personale, solo per nutrirsi, solo per farci capire che i nostri sogni non sono altro che il marketing amichevole delle sue aziende. Possiamo dargli torto?