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ANBI: atenei e consorzi insieme per ottimizzare l'uso delle risorse idriche

di Redazione Corporate

Vincenzi (ANBI): "L'obiettivo è ottimizzare l’utilizzo dell’acqua in agricoltura, come testimonia ad esempio il marchio volontario Gocciaverde"

È una finalità ampiamente condivisa e da noi portata avanti da tempo, ad ogni livello, per ottimizzare l’utilizzo dell’acqua in agricoltura come testimoniano anche il miglior consiglio irriguo proposto dal sistema Irriframe e il marchio volontario Gocciaverde per la sostenibilità idrica nel sistema agroalimentare”, sottolinea Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Tutela e la Gestione del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI). 

Francesco Lisi, Direttore Generale del Consorizio di bonifica 2 Alto Valdarno afferma: “Il nostro ente consortile con l’Istituto di Idraulica Agraria dell’Università di Firenze ha presentato alla Regione, contando sulle risorse messe a disposizione dal Piano di Sviluppo Rurale, la richiesta di finanziamento per implementare l’infrastruttura irrigua, al servizio di una delle aree leader della frutticoltura toscana, attraverso sistemi   avanzati di monitoraggio ed elaborazione dati”.

A Padova è stato anche firmato l’accordo tra il Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-Forestali (TESAF) dell’Università patavina e il locale Consorzio di bonifica Bacchiglione per lo sviluppo del progetto di analisi sperimentale su invasi per lo stoccaggio ottimale dell’acqua e riuso a scopo irriguo. L’intervento prevede la costruzione di un sito pilota presso l’area umida, lungo lo scolo Brentoncino al confine tra i comuni di Fossò e Stra. 

L’obbiettivo dell’intervento è quello di ottimizzare la disponibilità delle risorse idriche in condizioni di forte siccità. Il progetto, finanziato al 50% dall’Università di Padova nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e al 50% dall’ente consorziale, prevede la costruzione di quattro bacini per lo stoccaggio dell’acqua, sostenibili e a basso impatto ambientale. Gli invasi avranno diverse caratteristiche strutturali per permettere la sperimentazione: tre bacini su quattro verranno impermeabilizzati e due verranno coperti con materiali diversi. Lo scopo principale è quello di quantificare la velocità di evaporazione dell’acqua durante la stagione estiva e minimizzare le perdite. Il progetto pilota vuole sperimentare una progettualità, che possa essere replicata in altri contesti finanziabili con fondi pubblici