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Cyber attacchi, allarme dal settore manifatturiero: più rischi nel cloud

Aumentano del 33% gli attacchi anche a causa dello sfruttamento di vulnerabilità dei software non aggiornati. Il settore più colpito è quello del manifatturiero

Primi segnali di allarme della crisi cyber nel cloud. I criminali informatici stanno gettando le basi per prendere di mira gli ambienti cloud: lo studio rivela un aumento del 146% di nuovo codice ransomware Linux e uno spostamento del target di attacco verso Docker, rendendo potenzialmente più facile per più attori di minacce fare leva sugli ambienti cloud per scopi malevoli.

"I criminali informatici di solito inseguono il denaro. Ora con i ransomware stanno puntando a ciò che amplifica i risultati," ha detto Charles Henderson, Head of IBM X-Force. "Le imprese dovrebbero capire che le vulnerabilità le mettono in una situazione di stallo - mentre gli attori di ransomware le usano a loro vantaggio. Questa non è una sfida binaria. La superficie di attacco sta diventando sempre più vasta e non è più sufficiente operare con il presupposto che ogni vulnerabilità nel proprio ambiente è stata corretta da patch: le imprese dovrebbero operare presupponendo di essere, prima o poi, vittime di attacco e migliorare di conseguenza la gestione delle vulnerabilità adottando una strategia Zero Trust."

I gruppi ransomware hanno “nove vite”

In risposta alla recente accelerazione delle azioni di contrasto al ransomware da parte delle forze dell'ordine, i gruppi ransomware potrebbero attivare dei piani di disaster recovery. L'analisi di X-Force rivela che la durata media della vita di un gruppo ransomware, prima di chiudere o cambiare brand, è di 17 mesi. Per esempio, REvil, responsabile del 37% di tutti gli attacchi ransomware nel 2021, ha resistito per quattro anni attraverso i rebrand, suggerendo la probabilità che riemerga di nuovo nonostante l’interruzione delle attività a seguito di un'operazione guidata da più governi avvenuta a metà del 2021.