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Datrix Group guida il progetto “BETTER”: l’AI al servizio della medicina

Intelligenza Artificiale, Datrix: il DG Mauro Arte racconta ad Affari lo sviluppo del progetto di Healthcare internazionale BETTER

Migliorare la salute dei cittadini e semplificare il processo diagnostico: questo l’ambizioso obiettivo del progetto “BETTER”, frutto della collaborazione tra il Gruppo italiano Datrix, medici e Università europee. Finanziato dall’UE e parte del programma Horizon Europe, BETTER (Better Real-World Health-Data Distributed Analytics Research Platform) punta a dotare i medici degli ospedali europei di un’interfaccia di consultazione e supporto alla decisione basati su analisi genomica ed AI, nel pieno rispetto delle normative privacy sui dati dei pazienti. 

In occasione del kick off operativo del progetto, ospitato a Stresa il 10 e 11 aprile, che ha visto la partecipazione di esperti del settore sanitario provenienti da Istituti Clinici europei e internazionali, affaritaliani.it ha intervistato Mauro Arte, Direttore Generale del Gruppo Datrix, che ha raccontato nel dettaglio come nasce BETTER e quali sono le caratteristiche più innovative della piattaforma. 

BETTER è un progetto triennale, che ha l’obiettivo di migliorare la salute dei cittadini. Come ci riesce? Attraverso tecnologie estremamente innovative che utilizzano l’Intelligenza Artificiale”, ha spiegato il DG Mauro Arte. “Nello specifico, il nome della tecnologia protagonista è ‘Federated Learning’, anche nota come apprendimento federato. Rispetto al passato, la caratteristica peculiare di questo approccio è proprio il suo essere nativamente capace di garantire l’utilizzo dell’AI rispettando la privacy dei pazienti”. Il progetto, infatti, opera nel rispetto delle normative GDPR e delle regolamentazioni globali sulla privacy relative alle informazioni sanitarie ed allineato alle indicazioni dell’AI ACT a livello europeo.

L’intelligenza artificiale viene quindi sfruttata per individuare soluzioni efficaci a problemi reali e complessi. “In questo caso, lavoriamo sulla risoluzione di problemi appartenenti alla sfera della salute e delle malattie rare, approfittando del supporto e della disponibilità di ben 7 ospedali diversi a livello europeo”, ha raccontato Arte. “Grazie al Federated Learning, i dati dei pazienti - forniti dagli ospedali - non escono dalle strutture, proprio perché la tecnologia federata permette di lavorare direttamente sui database degli ospedali”. Tutto questo è possibile perché il Federated Learning, contrariamente ai metodi tradizionali, non richiede un accentramento dei dati; diversamente, i dati dei pazienti rimangono all’interno degli ospedali stessi, garantendo il rispetto della privacy. 

"Soprattutto nel contesto delle malattie rare dove i singoli ospedali hanno a disposizione pochi dati, federated learning abilita a beneficiare di modelli più accurati perché allenati e validati sui dati di molteplici ospedali”, ha chiarito il Direttore Generale di Datrix. Federated Learning permette quindi di aggregare i modelli locali, allenati nei singoli ospedali, generando un modello globale con performance interpretative superiori ai singoli modelli locali.  Questo fornisce un concreto supporto al miglioramento della  diagnosi medica. "L’obiettivo sarà quello di mettere a disposizione dei medici una piattaforma, un tool semplice da usare  utile a supportare le decisioni dello staff medico al fine di velocizzare e migliorare le terapie”. 

Come sottolineato nel corso dell’intervista, uno degli obiettivi principali del Gruppo Datrix è quello di chiarire che l’intelligenza artificiale costituisce - e costituirà sempre di più in futuro - uno strumento utile e sicuro, applicabile anche in ambiti delicati come quello medico. “Puntiamo a creare una connessione diretta tra uomo e tecnologia, creando il ‘mix perfetto’ per la risoluzione di problemi complessi. L’intelligenza artificiale non deve sostituire l’intelligenza umana, ma accelerarla e creare le condizioni affinché il lavoro dell’uomo possa essere ottimizzato e raggiungere i risultati sperati”, ha riportato Arte

Le attività di R&D del progetto proseguiranno per i prossimi tre anni e mezzo e saranno concentrate sulla raccolta e analisi dei dati relativi a malattie pediatriche rare, disturbi legati allo spettro autistico in bambini e adolescenti, e problemi congeniti visivi, con un focus sulle malattie della retina. Proprio in riferimento ai dettagli tecnici di BETTER, Arte ci ha svelato un aspetto molto interessante, che potrebbe avere riscontri positivi nell’analisi futura. “Gli stessi pazienti potranno beneficiare delle novità offerte dalla tecnologia. Uno dei punti più importanti di questo progetto è proprio che verranno studiati i dati legati al genoma umano”. In questo modo, e grazie all’aiuto dell’intelligenza artificiale, sarà possibile effettuare diagnosi precoci su persone che, seppur sane nel presente, potrebbero sviluppare malattie in futuro. 

Il genoma umano conserva in sé miliardi di codici e l’intelligenza artificiale è l’unico strumento disponibile per poterli analizzare nello stesso momento e trovare insight significativi”, ha spiegato il DG di Datrix. “L’intelligenza umana non arriva a questi livelli di complessità, proprio perché parliamo di dati troppo complessi e volumi troppo grandi per poter essere analizzati. L’AI crea invece nuove dimensioni, essendo in grado di mettere a fattor comune dati del genoma umano ad oggi ancora potenzialmente sconosciuti”. 

L’utilizzo della piattaforma porta quindi un doppio vantaggio, destinato a generare sviluppi positivi tanto per i pazienti, quanto per i medici impegnati nello svolgimento della propria professione. Secondo Arte, il personale medico coinvolto nella ricerca si è dimostrato estremamente motivato nel “lavorare a stretto contatto con tecnici, scienziati e data scientist, per raggiungere insieme un livello di capacità diagnostica quanto più accurato possibile”. 

Il mondo della medicina sta effettivamente cambiando, avvicinandosi con sempre maggiore attenzione all’innovazione. “La tecnologia federata ha creato una vera e proprio discontinuità rispetto al passato. Il modello di cui parliamo, seppure utilizzato adesso in campo medico, ha tantissimi rami d’applicazione possibili. Sappiamo che l’innovazione è destinata ad essere centrale in tanti altri settori, e noi di Datrix metteremo a frutto l’esperienza di questi anni per poter migliorare ulteriormente i nostri servizi”. 

BETTER non è il primo progetto che portiamo avanti in ambito medicale, ma ci sono diverse altre iniziative da citare legate al programma Horizon”, ha concluso Mauro Arte. "Speriamo di continuare sulla stessa strada anche in futuro, portando vantaggi pratici ad un numero sempre crescente di persone”. 





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