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Enel-Georgeson: l'impatto dei fattori ESG su board e investimenti

Crisostomo (Enel): "Le aziende dovrebbero ragionare più che sul 'say on climate' sul 'say on strategy', incorporando nei piani le tematiche sostenibili"

ESG, la conferenza annuale organizzata da Enel e la società di consulenza Georgeson 

Ieri pomeriggio si è svolta la conferenza annuale "ESG: dall’interazione all’integrazione" organizzato da Enel e dalla società di consulenza Georgeson e focalizzato sulle sfide della sostenibilità, che per un'azienda quotata rappresenta uno strumento di governance ma anche di interpretazione di norme e scelta fra diverse soluzioni.

La tavola rotonda ha esplorato le modalità tramite cui la tematica ESG, considerando anche come sta evolvendo l'ordinamento giuridico, va a permeare le realtà aziendali a tutto tondo, fino ad arrivare al dialogo con gli azionisti, utile a capire come rendere solida una strategia ESG. "Non possiamo trascurare quanto in Italia sarà fondamentale la modifica alla nostra Costituzione, guardando alla tematiche ambientali per farci portatori degli interessi delle future generazioni: anche questo si traduce in scelte di Governance coerenti con questo obiettivo. "

L'evento ha visto la presenza di Michele Crisostomo, presidente Enel Stefano Marini, Senior Advisor Georgeson, Lorenzo Casale, Head of Italian Market Georgeson Francesco Surace, Head of Corporate Governance Italy/Other Georgeson, Fabrizio Testa, amministratore Delegato Borsa Italiana, Monica Girardi, Head of Group Investor Relations Enel Alberto D’Aroma, Senior Account Manager Georgeson Matteo Passero, Investment Stewardship Analyst UBS Federica Soro, Manager, Mediterranean Europe Glass Lewis & Co, Arturo Albano, Head of ESG Amber Capital Enrico Colombo, Lead Analyst, Investment Stewardship Vanguard Massimo Menchini, Direttore Affari Istituzionali Assogestioni Maria Larsson Ortino, Global ESG Manager Legal & General Investment Management, Valentina Bosetti, Presidente Terna Juan Sanchez-Calero Guilarte, Presidente Endesa Stefano Micossi, Direttore Generale Assonime.

Nello specifico l'evento è stato suddiviso in tre panel:  ESG: strategia e remunerazione, l'integrazione ESG nella governance degli investitori, rinnovo del consiglio di amministrazione: nuovi trend di mercato. Tematiche sempre più calde all'interno della realtà aziendali che mirano a consolidare i loro Environment sustainable goals (ESG) ovvero tutta quella serie di criteri di misurazione e di standard delle attività ambientali, sociali e della governance di un'organizzazione, che si concretizzano in un insieme di standard operativi a cui si devono ispirare le operations di un’azienda per garantire il raggiungimento di determinati risultati ambientali, a livello sociale e di governance delle imprese.

Le stesse aziende che nel corso degli ultimi anni si sono ritrovate catapultate in un mercato sempre più competitivo, soprattutto sotto l'aspetto sostenibile. Una sostenibilità che mira a raggiungere, ormai, obiettivi integrati tra transizione energetica e sviluppo sociale

A tal proposito per le aziende quotate infatti, secondo il report presentato da Georgeson, è sempre più importante trovare le giuste “competenze” all'interno dei board d'amministrazione. Gli investitori infatti “si concentrano sulla composizione del Cda per valutare se gli amministratori possiedono le competenze, le conoscenze e l'esperienza necessarie per supervisionare l'attività in linea con la strategia (sostenibile) della società”. “La divulgazione di una matrice delle competenze, hanno rimarcato da Georgeson, può aiutare gli investitori a effettuare tali valutazioni e rassicurarli sul fatto che il Cda ha messo in atto un processo solido per valutare il mix di competenze”. 

Dal palco della conferenza annuale organizzata da Enel dal titolo "ESG: dall’interazione all’integrazione" , è intervenuta anche Valentina Bosetti, presidente di Terna. Nel terzo panel “Rinnovo del Consiglio di Amministrazione: nuovi trend di mercato”, Bosetti, a proposito di "nuove" competenze, ha spiegato il suo punto di vista attraverso tre parole chiave: ottimizzazione, climate change e plasmabilità. 

“Che cosa significa avere un board ottimale?”, si è domandata Bosetti, “nel 2018 abbiamo definito una strategia manageriale che vedeva al centro l'attenzione per la diversità di genere, età, formazione e provenienza geografica. E questo è stato un passo ottimale, appunto, perchè sia nelle liste di minoranza che maggioranza, sono entrate persone valide”. Ora però, ha rimarcato Bosetti, “bisogna fare un passo in più”. Ovvero? “Molti dei membri devono avere la consapevolezza di agire secondo visione. Noi manager omettiamo spesso di insegnare la gerarchia delle decisioni. Quando i board member si imbattono in situazioni di ambiguità devono essere in grado di capire le probabilità di rischio. A mio avviso, è una condizione sine qua non”.

Sulla stessa scia, altro tema su cui riflettere per Bosetti è il climate change“Partendo dal presupposto che all'interno del board non ci devono essere negazionisti, ha premesso la presidente di Terna, vi sono poi tutta una serie di competenze da tenere in considerazione". 

In primo luogo, “un consigliere si deve chiedere se è stata fatta un'analisi di tutti i rischi climatici per gli asset di un'impresa”, ha spiegato Bosetti. In secondo luogo, “il rischio climatico è qualcosa di assolutamente rilevante, sia per la parte del rischio fisico che per quello legato alle politiche climatiche che la transizione energetica impone”, ha rimarcato. Infine, l'”essere plasmabili”. Per la presidente di Terna l'elasticità dei board member di un'azienda è non più un surplus da considerare, bensì una competenza fondante da cui partire.

La visione aziendale, in un'era in cui transizione green, sostenibilità e fattori ESG sono sempre più elementi chiave, deve quindi puntare sulla strategia. Come sottolinea il presidente di Enel, Michele Crisostomo, a chiusura d'evento “il titolo del convegno: integrazione dei fattori ESG, che abbiamo visto declinata su ogni aspetto: società e azionisti, società e stakeholder all'interno del board, dovrebbe portarci a ragionare più che sul say on climate sul say on strategy, dobbiamo saltare questo passaggio, arrivando alla conclusione che se una strategia incorpora le tematiche sostenibili, il say è sulla strategia non sul climate, abbracciando anche il fattore ESG”.