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Intesa Sanpaolo, analisi industrie: export al 50% sul fatturato totale
De Felice (Intesa Sanpaolo): "Occorre accelerare sul PNRR, fondamentale per l'Italia, soprattutto per il grande obiettivo di incrementare la produttività"
"Le sfide vanno nella direzione di fare ulteriori passi legati a uno scenario che è cambiato, dove il digitale è più importante come la tecnologia, la transizione ambientale ed energetica. L'industria italiana, con qualche tentennamento, supererà queste incertezze e sarà all'altezza di vincere questa seconda grande sfida che l'attende".
Sul fronte interno, i fondi del PNRR sosterranno il ciclo degli investimenti, controbilanciando l’andamento meno brillante dei consumi, penalizzati dall’erosione dei redditi reali imposta dall’inflazione, soprattutto nel 2023 e, nel medio termine, dai cambiamenti nelle abitudini di spesa, conseguenti anche al progressivo invecchiamento della popolazione.
"Occorre indubbiamente accelerare per quanto riguarda il Piano di Ripresa e Resilienza", spiega ancora De Felice, "perché è fondamentale per l'Italia, soprattutto per il grande obiettivo di incrementare la produttività del nostro Paese, uno dei nostri talloni d'Achille. La produttività dell'industria, a dire il vero, cresce molto di più di quella dell'economia italiana nel suo complesso, ma è altrettanto importante che il mondo della Pubblica Amministrazione, della Giustizia etc, possa raggiungere dei livelli di efficienza che oggi non vediamo ancora".
Fra i settori più dinamici nel 2023 e nel medio termine troviamo Elettrotecnica, Meccanica, Elettronica e Autoveicoli e moto, fondamentali per sostenere i progressi in chiave digitale e ambientale. Seguono i settori che più di altri saranno in grado di cogliere le opportunità di crescita sui mercati esteri: Sistema moda, Farmaceutica e Largo consumo. In fisiologico rallentamento i Prodotti e materiali da costruzione e gli Intermedi chimici, sensibili alla domanda edilizia, e i settori produttori di beni destinati all’ambiente domestico, Mobili ed Elettrodomestici.
Determinante, per raggiungere questi risultati, sarà la corretta gestione del passaggio generazionale ai vertici delle imprese, che incide sulla propensione a adottare nuove tecnologie per affrontare la transizione digitale, ambientale ed energetica. Inoltre, il passaggio di competenze e il rinnovo della forza lavoro sarà messo a dura prova da un contesto demografico caratterizzato da vincoli sempre più stringenti: nel 2022 la quota di occupati under 40 nell’industria manifatturiera italiana è scesa al 34,8%, dal 51,1% del 2008, la percentuale più bassa fra le grandi manifatture europee.