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Intesa Sanpaolo, analisi industrie: export al 50% sul fatturato totale
De Felice (Intesa Sanpaolo): "Occorre accelerare sul PNRR, fondamentale per l'Italia, soprattutto per il grande obiettivo di incrementare la produttività"
"Il tema generazionale è un elemento di preoccupazione perché i lavoratori con meno di 40 anni stanno diminuendo percentualmente, stiamo quindi vedendo un invecchiamento della popolazione. Anche per quanto riguarda le posizioni apicali, i vertici, c'è una crescita dei top manager con più di 60 anni, del 70% in 10 anni, e una riduzione dei top manager, in percentuale, con meno di 40 anni. Non dico che si debba scegliere tra due generazioni ma le due generazioni devono parlarsi, scambiarsi opinioni nel bene dell'azienda che dirigono", conclude De Felice.
Il commento di Alessandra Lanza, Senior Partner Prometeia ad affaritaliani.it
Alessandra Lanza, Senior Partner di Prometeia, Società di Consulenza e Analisi Economica che ha affiancato Intesa Sanpaolo nel Rapporto Analisi Settori Industriali, ha delineato lo scenario competitivo per le imprese italiane, mettendo in risalto il panorama internazionale: "C'è un grande fermento e un grande cambiamento sui mercati internazionali, con confini geografici che vanno ridisegnandosi in termini di rotte commerciali, un commercio che è sempre più a blocchi, e una tendenza che viene dal lungo periodo ma che negli anni a cavallo della pandemia è andata ad acuirsi. In questo contesto, le nostre imprese sono state molto brave a riposizionarsi sui mercati internazionali tant'è che ad oggi esportano più del 50% del proprio fatturato in media, e in alcuni settori si toccano picchi anche del 70-80%".
"Rimane comunque un contesto profondamente sfidante", prosegue Lanza, "in cui sarà assolutamente fondamentale trovare delle alleanze per ribilanciare le nuove alleanze che vanno nascendo, in termini commerciali, come per esempio quella sino-russa, con da un lato la conseguenza delle sanzioni che sono state imposte sulla Russia, ma dall'altro anche la conseguenza di un ridisegno di poteri geopolitici".
Si parla anche delle sfide europee in tema di transizione ecologica, per cui risultano centrali i diversi investimenti richiesti: "Il nostro Paese parte con un posizionamento di partenza ragionevolmente favorevole soprattutto se lo si confronta con Paesi simili per struttura manifatturiera, come ad esempio la Germania, perché abbiamo un quoziente di missioni complessive minori. Questo fa sì che la distanza che dobbiamo coprire per arrivare a una transizione ecologica piena, con emissioni 0 al 2050 è inferiore".
"Ad ogni modo", conclude Alessandra Lanza, Senior Partner di Prometeia, "le sfide rimangono molteplici perché, in ogni caso, anche se comparativamente la strada è inferiore, rimane sfidante: gli investimenti che devono essere messi in campo sono molteplici e chiamano necessariamente una partnership pubblico-privato. Da un lato le imprese si devono occupare della propria transizione ecologica, dalle fonti di approvvigionamento dell'energia elettrica, dal capitale di funzionamento dei propri processi produttivi; dall'altro gli Stati devono occuparsi di mettere a disposizione delle imprese quelle infrastrutture, fisiche o digitali, necessarie a portare a compimento la transizione ecologica".