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Intesa Sanpaolo e Centro Einaudi, presentato 'Il mondo post globale'
La ricerca evidenzia quattro importanti tematiche messe in luce dalle recenti crisi e presenta alcune proposte per affrontarne le conseguenze
Intesa Sanpaolo, presentato con il Centro Luigi Einaudi lo studio intitolato 'Il mondo post globale'
Crisi pandemica e crisi energetica hanno accelerato la terza trasformazione di cui si tratta lo studio 'Il mondo post globale', presentato da Intesa Sanpaolo e dal Centro di Ricerca e Documentazione Luigi Einaudi, che riguarda il modo di lavorare. La pandemia, infatti, ha accelerato la tendenza, già in atto, al lavoro 'da remoto', provocando la caduta della domanda di superfici per uffici e l’aumento della domanda di abitazioni più vaste, in grado, appunto, di includere spazi per il lavoro a distanza. Ma anche la riduzione della distinzione tra lavoro e tempo libero. Si sta quindi delineando un cambiamento finanziario di vastissima portata: si modificano i modi di raccogliere il risparmio e le risorse finanziarie in genere, gli obiettivi di risparmiatori sempre più anziani e anche, sotto la spinta di Internet, le modalità delle transazioni. La quarta trasformazione riguarda l’ordine geopolitico del pianeta, soprattutto alla luce della guerra d’Ucraina.
Le quattro crisi descritte dallo studio influenzano un’economia mondiale che sta perdendo rapidamente i suoi caratteri di globalità e riducendo altrettanto rapidamente le proprie capacità di crescita: da qui il titolo della ricerca, 'Il mondo post globale'. Le criticità politiche ed economico-industriali che stanno emergendo dal conflitto ucraino, accanto alla ricomparsa di dinamiche inflattive non possono non influire sugli obiettivi fissati dalla Recovery and Resilience Facility delineata dalla Commissione europea e di cui l’Italia è la principale beneficiaria. Anche perché la nuova inflazione è profondamente diversa dai fenomeni inflazionistici del secolo scorso. Contro di essa infatti, le strategie tradizionali, di carattere fiscale e monetario, si sono rivelate poco efficaci. Gli avvenimenti recenti hanno messo a nudo la vulnerabilità energetica del Vecchio Continente e, di concerto, la difficoltà a realizzare gli obiettivi green. L’Europa dovrà occuparsi in tempi brevi anche di coordinamento sanitario, di supporto alla disoccupazione e ai giovani, di forze armate e della revisione dei Trattati.
In tale quadro si inserisce un’analisi dettagliata dell’Italia, un'economia che esprime ambiti d’eccellenza ma resta gravata, ad esempio, dalla presenza di troppe microimprese, perché i meccanismi regolatori le hanno incentivate a rimanere piccole: il 92% dei dipendenti privati è occupato in aziende con meno di 50 milioni di fatturato. Si avanzano diverse proposte: una riforma fiscale che renda conveniente lavorare e investire, una revisione della disciplina fiscale sulle fusioni che incoraggi le piccole imprese a crescere, l’introduzione del quoziente famigliare nella tassazione diretta e l’introduzione sperimentale della settimana lavorativa di quattro giorni, integrata da attività di formazione a distanza. L’export resta, per l’Italia, un driver essenziale, ma il triangolo industriale ha incominciato a segnare il passo. Se la dinamica delle esportazioni del Nord-Ovest industriale fosse stata la stessa della media di Nord-Est e Italia centrale, l’impulso al PIL italiano sarebbe stato di 6 punti aggiuntivi per ogni decennio. Di conseguenza, la distanza media fra la dinamica del PIL europeo e quella del PIL italiano sarebbe stata pari a meno della metà di quella che si è avuta.