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Napoli lancia la lotta alla contraffazione: nasce il primo Museo del Falso

Eduardo Cagnazzi

Due le sedi, l'iniziativa porta la firma della Camera di commercio e del Sistema Moda di Confindustria Campania. Il fenomeno costa al Paese 10,5 miliardi l'anno

Da capitale del falso a prima città d'Italia per impegno nella lotta alla contraffazione. Per iniziativa del Sistema Moda di Confindustria Campania, della Camera di commercio di Napoli e della propria Azienda speciale SI, nasce a Napoli il primo museo del Vero e del Falso. Due le sedi: la Borsa Merci e la Stazione per l’industria delle Pelli a Pozzuoli. Non sarà semplicemente una raccolta di prodotti autentici con i rispettivi “pezzotti”, ma percorsi didattici e divulgativi per raccontare ai giovani e alla pubblica opinione l’impegno delle forze dell’ordine e delle imprese per contrastare questo fenomeno.

Il progetto prevede la realizzazione di una esposizione permanente nella formula di mostra di prodotti/materiali originali e contraffatti messi a confronto, l’utilizzo di strumentazioni quali monitor, didascalie, immagini esplicative, proiezioni video e allestimenti di postazioni interattive con game didattici o filmati esplicativi. Il percorso sarà arricchito da postazioni tecnico/scientifiche, tecnologie con realtà aumentata per dar vita a laboratori didattici ed immersivi volti a coinvolgere il visitatore ed invitarlo a riflettere sulle differenze in termini di qualità e sicurezza dei materiali/manufatti contraffatti messi a disposizione dalla Magistratura, Gdf, Dogane rispetto ai prodotti a norma di legge.

L'Associazione MVF inoltre assicurerà piena collaborazione e supporto attraverso l’attività dei soci fondatori promuovendo attraverso le loro reti di conoscenza professionali, la diffusione del progetto alle imprese ad esse collegate su scala nazionale, europea ed internazionale per consentire un sempre più ampio coinvolgimento, partecipazione e confronto tra le imprese e la società civile al fine di promuovere una nuova cultura di impresa ed arricchire il progetto con nuove idee, proposte e stimoli innovativi.

Sarà predisposto, altresì, un format di allestimento standard e contenuti modulabili a seconda della tematica oggetto dell'esposizione al fine di organizzare agevolmente delle mostre itineranti in Italia con un calendario di iniziative che prevedono sia eventi locali che la partecipazione ad eventi nazionali ed internazionali.

Il mercato del falso costa all’Italia 10,5 miliardi di euro l’anno, un sesto del totale di tutte le perdite in Europa ed  infligge gravi perdite sia in termini di occupazione che di mancati introiti. Tra i settori più colpiti, l’abbigliamento, le calzature, i cosmetici, gioielleria, borse, vini e prodotti medicali e farmaceutici.

Costituita nel 2015 per iniziativa dell’imprenditore tessile Luigi Giamundo, l’associazione è il frutto dell’impegno profuso da alcuni rappresentati del mondo confindustriale campano nella costruzione di una rete tra istituzioni impegnate, sia a livello locale che nazionale, nella lotta alla contraffazione e a favorire la cultura della legalità, la creatività e l’etica d’impresa. “E’ proprio questa capacità di costruire una casa comune tra mondo imprenditoriale e mondo delle istituzioni -ha spiegato Giamundo, presidente dell’Associazione Museo del Vero e del Falso- l’autentico valore aggiunto dell’iniziativa. Noi ci poniamo come soggetto di dialogo e strumento di espressione delle imprese contro i meccanismi nocivi e dannosi della concorrenza sleale. Il tessuto produttivo e manifatturiero campano è una eccellenza riconosciuta a livello mondiale, eppure siamo spesso riconosciuti come la terra dli falso. Gli imprenditori e i lavoratori onesti sono i primi a subire non solo la concorrenza di chi si pone fuori dalle regole ma anche le conseguenze di questa cattiva fama. Oggi dimostriamo che una iniziativa nata da Napoli fa scuola a livello nazionale e in contesti internazionali”.

A sua volta, il presidente dell’ente camerale, Ciro Fiola (nella foto), ha sottolineato che la propria azienda speciale metterà in campo mostre temporanee di prodotti e di settori colpiti dalla contraffazione, coinvolgendo di volta in volta gli attori coinvolti, e predisporrà ogni anno un documento di proposte sul fenomeno. “Partiremo dai giovani per limitare la loro domanda, convinti che si tratta di un fenomeno preminentemente culturale”, ha sottolineato.