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Nirtya, un algoritmo per valutare la comunicazione della Sostenibilità
Presentato S17i, un algoritmo per monitorare la strategia di comunicazione della sostenibilità di un’azienda. Intervista a Martino Cavalli e Francesca Cavecchia
Nirtya, il “salto” avanti nella comunicazione delle pratiche ESG di un’azienda
“Nirtya” è la parola utilizzata in lingua sanscrita per indicare la progressione, l’avanzamento, un calcolato balzo in avanti. Una parola antica il cui significato rimanda al presente e, nel nostro caso specifico, al futuro della comunicazione.
Nirtya è, infatti, il nome scelto da Odoardo Ambroso (ex Chief Digital Officer di Omnicom Media Group) e Gabriele Lucentini (già Direttore della Comunicazione e Sostenibilità del Gruppo Cassa Depositi e Prestiti) per battezzare la loro società di comunicazione web e social, nata nel gennaio del 2019 con un DNA completamente digitale.
Con sede operativa a Milano, la società fa leva non soltanto sull’esperienza pluriennale dei suoi due co-fondatori, ma anche su un team operativo di venti professionisti fra imprenditori, manager e consulenti specializzati in big data, comunicazione finanziaria e, soprattutto, in sostenibilità. Ed è proprio alla volta della sostenibilità che pochi giorni fa il team ha annunciato un grande salto avanti in merito all’analisi e all’ottimizzazione delle comunicazioni corporate e brand connesse ai contenuti ESG (Ambiente, Sociale, Governance), attraverso il lancio di uno strumento innovativo.
Nirtya ha presentato S17i, un neonato algoritmo messo a punto per misurare l’efficacia della comunicazione delle attività connesse allo sviluppo sostenibile e per studiarne la percezione da parte del pubblico sul piano web e social.
Nello specifico l’algoritmo misura la comunicazione interna ed esterna dalle azioni ESG di un’azienda rispetto ai 17 obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’ONU e i 169 target in cui si articolano. Una volta verificata la percezione degli stakeholder, dalla business community ai clienti finali, il sistema fornisce gli spunti necessari al riadattamento della narrativa e alla risoluzione di eventuali criticità comunicative.
Quello proposto è dunque un vero e proprio modello scientifico per definire e monitorare la strategia comunicativa di un’azienda, uno strumento già in fase di rodaggio che potrebbe rivoluzionare le ordinarie pratiche di management in quest’ambito.
Per fare luce sulle potenzialità di questo nuovo strumento, Affaritaliani.it ha intervistato Martino Cavalli e Francesca Cavecchia, portavoci di Nirtya, interrogandoli sul suo funzionamento.
Nirtya, S17i: un algoritmo per valutare la comunicazione. L’intervista di Affaritaliani.it a Martino Cavalli e Francesca Cavecchia
“L’algoritmo cambia il paradigma della comunicazione della sostenibilità perché cerca di riportare il tema della sostenibilità in un ambito definito con una metrica precisa, che è poi il linguaggio tipico relativo all’informazione corporate, cioè l’informazione economico-finanziaria applicata a un determinato campo valutabile quantitativamente”, spiega Martino Cavalli, Senior Consultant di Nirtya, esperto di informazione economico-finanziaria. “Con la sostenibilità purtroppo è più complicato e noi abbiamo cercato di dare una struttura rigorosa alla comunicazione di questa attività. Per farlo siamo partiti dall’unico esempio esistente in questo momento, ovvero i 17 obiettivi di sostenibilità delle Nazioni Unite dell’agenda 2030. Abbiamo creato un algoritmo che ha imparato da un database dell’ONU che cosa sono questi obiettivi e ha imparato a riconoscerli nei testi che gli facciamo leggere. L’ha imparato in inglese perché le Nazioni Unite non parlano italiano, ma siccome l’algoritmo è un bravo studente poi gli abbiamo fatto studiare l’italiano e i criteri ESG. Qui si presenta il fattore più complicato: in Europa si sta cercando di definire almeno i parametri per l’aspetto ambientale, ma in realtà non ci si sta riuscendo. Continuando nella metafora scolastica, è quindi come preparare un esame senza i libri di testo. L’algoritmo deve imparare a riconoscere quali sono le tematiche ESG e poi darne una valutazione. Questo cambia sostanzialmente il modo di comunicare, perché passiamo da concetti che non hanno confini ben definiti e misurabili a una comunicazione molto più strutturata”.
“I vantaggi dell’utilizzo di questo algoritmo sono di diverso tipo”, aggiunge Cavalli, parlando dei benefici che l’applicazione di S17i potrebbe apportare a livello aziendale. “Innanzitutto è una funzione che può essere utilizzata non solo da chi si occupa di comunicazione, ma anche dai responsabili della sostenibilità e dagli investor relator, visto che i criteri ESG stanno diventando sempre più determinanti nell’allocazione dei capitali, soprattutto da parte dei grandi fondi internazionali anglosassoni, anche loro avranno bisogno di questo tipo di informazione. Cosa consente di fare questo algoritmo? Innanzitutto avere un riscontro rispetto a quello che l’azienda ha dichiarato di volere fare, vedere se sta comunicando e cosa sta comunicando, e se questo corrisponde alle intenzioni dichiarate inizialmente. Poi c’è la facilità della rendicontazione, che riguarda nello specifico i responsabili della sostenibilità, che anziché fare un lavoro manuale piuttosto complesso lo trovano già fatto dall’algoritmo. Infine abbiamo la creazione di contenuti, perché è possibile creare contenuti social e web che corrispondano, tramite un check preventivo, agli obiettivi che l’azienda si è prefissata di comunicare”.
Ad entrare nel dettaglio sul funzionamento dell’algoritmo è Francesca Cavecchia, Senior Consultant di Nirtya, in passato Head of Social Media e Mobile Marketing nei gruppi Omnicom e Havas, che racconta: “Il sistema di algoritmi che stiamo utilizzando in questo momento costituisce un modello semantico sviluppato in machine learning allenato sulle informazioni legate alla sostenibilità messe a disposizione sul datalake dell’ONU. Funziona andando ad analizzare i contenuti e assegnando a ciascuno di essi un punteggio. Questo punteggio, insieme ad altri KPI (indicatori per la valutazione delle prestazioni n.d.A) che la macchina ci restituisce, contribuisce a verificare oggettivamente l’allineamento della comunicazione rispetto a quelli che sono gli obiettivi aziendali. Il sistema di algoritmi garantisce che la valutazione della comunicazione della sostenibilità aziendale sia oggettivizzata, esistono ovvero dei parametri univoci per andare a definire l’efficacia della comunicazione.
Questa classificazione ha un riscontro concreto, perché aiuta a definire lo storytelling aziendale relativo alla sostenibilità. Fra i KPI che ci restituisce la macchina ci sono elementi come i topic e le geografie in cui vengono sviluppati, si tratta quindi di mettere a terra un piano operativo concreto, con delle azioni territoriali differenziate che abbiano un impatto immediato e positivo sulla comunicazione. Rispetto alle azioni di messe a terra possiamo avere diversi tipi di risvolti e attività a più livelli aziendali. Abbiamo quindi la possibilità di effettuare messe a terra semplici e immediate, come ad esempio la bollinatura delle comunicazioni relative alla sostenibilità che l’azienda produce, e abbiamo la possibilità di seguire i clienti con attività più complesse, aiutandoli per esempio ad avere una sorta di rendicontazione in tempo reale, in quanto la macchina ha la possibilità di essere alimentata in modo continuativo. Esiste sempre la possibilità di capire dal punto di vista della comunicazione qual è lo stato dell’azienda rispetto al dichiarato”.
“Stiamo già lavorando da tempo con più realtà su queste tematiche”, aggiunge Cavecchia. “Clienti sia italiani che esteri, che lavorano in diversi settori e ci danno la possibilità di avere un’azione variegata e omnicomprensiva. Questo strumento può lavorare su due livelli, sia corporate che brand, e in questo momento stiamo proprio lavorando su entrambi con i nostri clienti. A livello generale lavoriamo in termini di overview di obiettivi aziendali, per aiutarli ad avere una visione completa sulla complessità dell’attività, fino ad avere la possibilità di andare ad analizzare singoli progetti e istanze che hanno bisogno di una verticalizzazione specifica”.