Economia
Npl, Mediobanca: "Le richieste della Bce? Conto da 15 miliardi". Titoli ko
I rumors sulle richieste della Vigilanza Ue agli istituti di credito italiani mandano nuovamente ko in Borsa i titoli delle banche.L'ira del vicepremier Salvini
Gia ieri con le anticipazioni delle raccomandazioni inviate a inizio dicembre a Mps (ma rese note solo venerdì scorso) il mercato ha preso le distanze dai titoli del settore bancario che paiono non avere pace dopo l'ennesimo anno nero affetto dalla febbre dello spread. "Vuoi vedere che il diktat della Vigilanza su Siena per quanto riguarda lo smaltimento settennale delle sofferenze varrà anche per le altre banche italiane?", è la domanda che ieri nel parterre di Piazza Affari andava per la maggiore.
Il nuovo responsabile della Vigilanza unica della Bce Andrea Enria
E così oggi che hanno iniziato a circolare le indiscrezioni sull'estensione a tutti gli istituti di credito tricolori dell'orientamento dell'organismo presieduto dall'italiano Andrea Enria (stretta sui non performing loans, con l'applicazione dell'approccio previsto dall'Addendum pubblicato a fine 2017 sull'intero stock di crediti deteriorati e quindi la svalutazione integrale entro il 2026), gli investitori hanno premuto nuovamente il tasto sulle vendite dei titoli bancari.
E' un bagno di sangue in Borsa. A fine seduta il sottoindice Ftse Italia Banche ha lasciato sul terreno il 2,2%, mentre sul Ftse Mib le vendite hanno penalizzato Ubi Banca (-4,97%), Bper (-4,74%), Banco Bpm (-4,13%), UniCredit (-3,16%) e Intesa Sanpaolo (-1,3%). Flessioni consistenti, ma decisamente più contenute rispetto ai minimi toccati nel corso della seduta, quando Ubi, Bper e Banco erano arrivata a perdere oltre l'8%. Maglia nera del comparto è stata Mps, che ha ceduto un altro 7,65% dopo il -10% accusato ieri.
Il presidente della Bce Mario Draghi
Senza considerare i possibili effetti negativi sulla gestione della crisi di Carige, Banca Popolare di Bari e Mps, il conto per il sistema bancario è salato. Il team degli analisti di Mediobanca Securities ha fatto il conto: il 17% degli utili aggregati 2019-2026 da destinare ad ulteriori accantonamenti sui crediti problematici, 15 miliardi di euro.
Pur sottolineando che "non è chiaro" se la Bce assumerà davvero questo "approccio controverso" sullo stock di non performing loans, gli esperti hanno messo a punto una simulazione basandosi sull'idea che "le banche non raggiungeranno mai una copertura del 100% e piuttosto accelereranno la vendita" dei crediti deteriorati. Con gli operatori del settore delle sofferenze che già si fregano le mani. L'esercizio prevede la vendita degli Npl al 25% del valore contabile lordo e di unlikely to pay (probabili inadempienze, Utp) e crediti scaduti al 35%. Con questi parametri, scrivono gli analisti, tre quarti dell'impatto sugli utili delle banche verrebbe da utp e "past due" e solamente un quarto dagli npl.
Quanto all'impatto teorico sulle singole banche, si va da quello limitato tra il 7% e il 14% previsto per UniCredit, Intesa Sanpaolo e Credem, al 30-40% atteso per Bper, Popolare di Sondrio e Creval, fino al 50-60% che peserebbe su Banco Bpm, Ubi Banca e Mps.
La simulazione di Mediobanca, precisano gli esperti di Piazzetta Cuccia "non considera possibili differenze nel valore dei collaterali".
In termini generali, comunque, Mediobanca nota che una simile mossa da parte della Bce "sarebbe molto delicata", dato che seguirebbe 18 mesi di conflitto istituzionale tra l'Eurotower e le istituzioni politiche della Ue, risolto con l'impegno della Vigilanza ad applicare le regole, scritte dalla Commissione, con un approccio "banca per banca". Approccio che pare essere confermato (la nota sul tema Npl emessa da Ubi ricorda come "le raccomandazione della Bce, come sottolineato recentemente da fonti vicine all'autorita' di vigilanza, sono formulate tenendo conto delle specificità di ciascun istituto").
Non si può quindi escludere "un ulteriore confronto tra le istituzioni europee", con il rischio di "un'ulteriore riduzione della visibilità regolamentare sul settore". Se l'approccio della Bce sarà in ogni caso confermato, conclude Mediobanca, "sarebbe una cattiva notizia", capace di "aggravare una situazione già non banale".
Il vicepremier Matteo Salvini
E infatti la politica italiana si è fatta subito sentire. Il vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini parla di "nuovo attacco della vigilanza Bce al sistema bancario italiano e a Mps", un attacco che "dimostra ancora una volta che l'Unione Bancaria, voluta dalla Ue e votata dal Pd, non solo non ha reso più stabile il nostro sistema finanziario, ma causa instabilità, colpendo i risparmi dei cittadini e un sistema bancario, come quello italiano, che aveva retto meglio di tutti alla grande crisi finanziaria del 2008".
"L'atteggiamento prevaricatore della Bce - ha denunciato ancora Salvini - che scavalca aggravandole le recenti decisioni della Commissione, pone anche un altro tema fondamentale: può un'istituzione non politica prendere con leggerezza decisioni che influiscono profondamente sulla vita e i risparmi dei cittadini? Indipendenza non vuol dire irresponsabilità".
"Occorre quindi - ha concluso il vicepremier - una trasparenza assoluta sulle decisioni della Bce, come è stato recentemente ribadito dalla stessa Corte dei Conti europea, che lamenta di non essere messa dalla Bce in condizione di controllare i motivi di decisioni così rilevanti per i portafogli dei risparmiatori. Questa trasparenza è necessaria per scacciare il dubbio che la Bce faccia un uso politico dei poteri che le sono attribuiti. L'ennesimo intervento a gamba tesa della Bce puo' creare un danno all'Italia da 15 miliardi".