Economia

Mercati, inutile il voto in Olanda. Il vero timore? Le urne in Francia

Resta alta la febbre dello spread. I report degli analisti

di Luca Spoldi e
Andrea Deugeni

Come già in Austria, i populisti crescono ma non sfondano in Olanda, dove la vittoria va ai liberali di destra del Vvd del premier uscente Mark Rutte (21,2% dei voti e 33 seggi sui 150 seggi in palio nella Camera Bassa) che hanno superato i populisti islamofobici e antieuro del Pvv di Geert Wilders, il “Trump olandese”, fino a qualche settimana fa in testa nei sondaggi ma che nelle urne ha ottenuto il 13,1% dei voti e 20 seggi, solo uno di più dei democristiani del Cda (12,4% dei voti, 19 seggi) e dei liberali progressisti del D66 (12,1% dei voti, 19 seggi). Il risultato ai mercati pare di buon auspicio anche per le prossime elezioni presidenziali francesi e per le eventuali elezioni anticipate in Italia e Grecia, tanto che la prima reazione di borse e bond stamane è stata positiva, col rendimento del Btp decennale guida calato al 2,25% in apertura, quello dell’Oat francese scivolato sino all’1,019%, mentre il Bonos spagnolo ha toccato un minimo dell’1,702%.

Poi il vento è cambiato, con bond in calo e rendimenti in rialzo: quello del Btp si è portato sul 2,35%, quello del Oat sull’1,08%, quello del Bonos sull’1,79%, mentre il rendimento del Bund è rimasto stabile sullo 0,44%-0,45% sin dall’avvio della seduta. Che cosa è successo? Che sul mercato sono arrivati i primi commenti di analisti e gestori che sottolineano come lo scenario che emerge dalle urne olandesi resti molto frammentato e saranno necessarie settimane di negoziati per dar vita a un nuovo governo di coalizione. In più, aver guadagnato 20 seggi in parlamento difficilmente può fare di Wilders un perdente, né sta ad indicare che il pericolo di una deriva populista e nazionalista sia ormai alle spalle in Europa.

Per poterlo stabilire occorrerà attendere almeno sino al 24 aprile, primo turno delle elezioni presidenziali francesi, quando si capirà se Marine Le Pen, i cui sondaggi sono rimasti stabili nonostante gli scandali e i ritiri che hanno colpito altri candidati, abbia o meno chance di salire all’Eliseo e da lì provare a scardinare l’Unione europea e l’euro facendo uscire la Francia da entrambi. Fino ad allora, notano gli uomini di Franklin Templeton, il vero barometro dei mercati sarà l’andamento dello spread Oat-Bund, oggi attorno allo 0,65%. Se si riavvicinerà allo 0,6%-0,5% significherà che i mercati scommettono che Marine Le Pen, come del resto sostiene Credit Suisse ancora oggi, non ha realmente la possibilità di vincere né al primo né al secondo turno, se si muovesse verso lo 0,7%-0,8% starebbe ad indicare che si teme esattamente l’opposto.

Gli esperti svizzeri sembrano abbastanza fiduciosi sulla sconfitta della Le Pen perché, fanno notare, in tutti gli ultimi sondaggi le intenzioni di voto a suo favore non sono cresciute nonostante gli scandali e i ritiri che hanno colpito alcuni degli altri candidati, cosa che “suggerisce che la sua capacità di accrescere la sua presa sull’elettorato” sia limitata. Inoltre, nonostante la narrazione contraria, anche nel caso della Brexit e dell’elezione di Donald Trump non ci sono state realmente “sorprese clamorose” rispetto ai sondaggi, ma solo esiti che ricadevano nel margine di errore rispetto all’ipotesi data per più probabile di una vittoria risicata del “remain” e di Hillary Clinton nei due voti.

Nel caso francese, i sondaggi danno Marin Le Pen seconda con uno scarto del 20% rispetto ad un avversario più moderato come l’ex banchiere d’affari ed ex socialista Emmanuel Macron nel secondo turno delle elezioni. Uno scarto troppo ampio per poter ricadere nel margine di errore statistico e che dimostra, confermano quanto già visto in Austria e Olanda, che messo di fronte alla prospettiva di una vittoria dell’estrema destra populista gli elettori europei rispondono in forze per impedire un simile esito, il che è certamente un bene per un continente che ha vissuto il secolo scorso due guerre mondiali per l’emergere di potenti movimenti populisti di estrema destra.

"I mercati obbligazionari non avevano considerato le elezioni olandesi un evento di rischio di primo piano", dice invece Ken Orchard, gestore di portafoglio di T. Rowe Price, aggiungendo che "il canale principale tramite cui i risultati avrebbero potuto impattare sarebbe stato il potenziale supporto in termini di popolarita' ai partiti populisti europei, legato a un forte risultato di Wilders, soprattutto per il Front National in Francia".

Insomma, come spiegano Steven Bell, capo economista, e Michiel de Bruin, head of global rates di Bmo Global Asset Management, "l'attenzione adesso è tutta rivolta Oltralpe: se Marine Le Pen non dovesse vincere le elezioni presidenziali, saremmo in grado di affermare con un certo grado di fiducia che la sequenza di shock politici è stata interrotta". 

Nel frattempo a chi investe in Btp e in titoli a reddito fisso in genere, non resta che tenere i nervi saldi e la duration non troppo lunga, con un occhio allo spread Oat-Bund e un altro allo spread Btp-Bund (oggi sull’1,91%).