Economia

Osservatorio AIM 2019: crescono IPO e raccolta, +54% di posti di lavoro

Presentato in Borsa Italiana l’Osservatorio AIM di IR Top Consulting: mercato in crescita, ma serve chiarezza su strumenti di finanziamento alternativo alle PMI

121 le società quotate per una capitalizzazione di 7,6 miliardi e una raccolta complessiva di 3,7 miliardi in 10 anni con un totale di 164 IPO e ammissioni. Sono queste le principali evidenze che emergono dall’Osservatorio AIM. Nel II° semestre 2019 stimato un incremento di nuove quotazioni per effetto delle agevolazioni fiscali per PMI innovative e del credito di imposta sul 50% dei costi di IPO.

IR Top Consulting, Partner Equity Markets di Borsa Italiana – LSE Group, leader in Italia nella consulenza direzionale per i Capital Markets (quotazione in Borsa e Corporate Finance) e le IR, ha presentato oggi i risultati dell’Osservatorio AIM elaborato dall’Ufficio Studi interno.

In una fase in cui il tema della finanza alternativa e delle misure governative a favore delle PMI è sempre più rilevante per la competitività del paese, dal 2014 Osservatorio AIM fornisce una visione d’insieme dell’operatività delle aziende AIM con approfondimenti sulle dinamiche settoriali della raccolta e dei dati economico-finanziari, sulle principali operazioni di M&A per controvalore, numero di operazioni e territorialità delle transazioni.

L’evento, che si è tenuto a Palazzo Mezzanotte, storica sede di Borsa Italiana, ha visto il coinvolgimento, del Comitato Scientifico dell’Osservatorio AIM di IR Top Consulting con l’intervento da parte di Giulio Centemero, Capogruppo Lega Commissione Finanze e la partecipazione alla tavola rotonda di Anna Lambiase, Amministratore Delegato IR TOP Consulting, Luca Tavano per Borsa Italiana, Paolo Maggini per CONSOB (a titolo personale), Francesco Carpano per CDP, Cassa Depositi e Prestiti, Francesca Brunori per Confindustria, Paola Castiglioni per ODCEC Busto Arsizio e Marcello Bianchi per ASSONIME.  

“Il 17% delle AIM”, ha detto Lambiase dal palco, “segna nel 2018 una crescita superiore al +50% in termini di ricavi, il 74% delle società ha riportato un risultato netto positivo nel 2018. AIM Italia si conferma un valido strumento a supporto dell’accelerazione della crescita e dell’internazionalizzazione: 151 operazioni di finanza straordinaria nell’ultimo biennio con una quota del 20% di target estere. Gli incentivi fiscali sui costi di quotazione per le PMI, a un anno dal decreto attuativo, costituiscono elemento di traino alla crescita delle IPO sul mercato AIM con 14 nuove quotazioni nel 2019 e 26 nel 2018, con una stima di ulteriori 15 IPO entro fine anno. L’incremento degli investitori rappresenta un segnale di fiducia verso il mondo delle PMI nazionali, anche per effetto delle nuove normative incentivanti su PMI innovative e Eltif”.
“Novità della giornata di oggi è la presentazione del Comitato scientifico dell’Osservatorio”, ha sottolineato ad Affaritaliani.it Anna Lambiase, fondatore e CEO di IR Top Consulting. “Fra le principali evidenze mi preme sottolineare come l’AIM sia davvero uno strumento finanziario che aiuta la crescita dell’economia reale del Paese. A testimonianza di ciò i buonissimi risultati del 2018, con un aumento del fatturato sul campione AIM del 30% rispetto al 2017 e un +35% di marginalità. Importanti anche le ricadute sull’occupazione con un +54% di posti di lavoro dalla data di quotazione”. Sugli strumenti finanziari messi a disposizione dell’economia reale, in particolare delle PMI, Lambiase ha continuato: “I Pir hanno contribuito tantissimo all’evoluzione del mercato permettendo di raccogliere 3,7 miliardi di euro dalla nascita (in 10 anni, quindi), per un totale di 164 quotazioni. Oggi credo negli Eltif come strumento di ulteriore rafforzamento del mercato attraendo anche quei soggetti non istituzionali, ma privati, che possono investire nell’economia reale italiana”. Sui cosiddetti Pir 2.0, Lambiase si è detta a disposizione del Governo per rivederne la regolamentazione: “La stasi legata ai Pir 2.0 è dovuta a una regolamentazione che il mercato non ha apprezzato. Avrebbero potuto essere un volano per l’AIM, ma hanno imposto condizioni troppo restrittive che i gestori non stanno apprezzando. Ci aspettiamo che nei prossimi mesi ci possa essere un’evoluzione normativa alla quale anche noi esperti vorremmo dare un contributo per ingabbiare meno gli investimenti e ampliare il panel degli investibili”.

VIDEO - Lambiase, IRTOP Consulting: "Importanza dell'AIM per crescita PMI"

“Stiamo monitorando la misura dei Pir 2.0”, ha fatto sapere Centemero ai microfoni di Affaritaliani.it, “Contestualmente è stato approvato  all’interno del Decreto crescita lo strumento dell’Eltif che va nella direzione di investimenti più illiquidi con un pubblico abituato a rischiare. Per quanto riguarda la pmi e un certo tipo di venture capital lo strumento più adatto sarà proprio quello dell’Eltif. Sui pir sicuramente rivedremo le norme sentendo anche le parti coinvolte”.

VIDEO - Centemero, Commissione Finanze: "Eltif primo strumento per PMI"

Per Luca Tavano di Borsa Italiana il momento è molto positivo: “Con 17 ammissioni sul mercato e un’attesa prevista di altre 10 prima della fine dell’estate”, ha dichiarato ad Affaritaliani.it, “prevediamo di superare le 30 società sull’AIM per la fine dell’anno”. Fra i settori più interessati alla quotazione su AIM il tech e il consumer goods: “Finora abbiamo avuto un buon numero di società tech e industriali”, ha continuato Tavano. “Una crescita in particolare è prevista dal consumer goods, prodotti per la persona, lifestyle, componenti per automotive”. Tantissime le aziende lombarde che si avviano alla quotazione, ma attese aziende anche da “Veneto, Emilia-Romagna e qualcosa dal Sud”.

VIDEO - Tavano, Borsa Italiana: "Bene l'AIM; in crescita Tech e Consumer goods"

Con una percentuale del 48% la Lombardia si conferma regione principe di provenienza per le aziende che si quotano all’AIM, dato che colpisce Paolo Maggini di Consob il quale ha commentato: “Da un lato, questo dato conferma la tenuta del Modello Lombardia; dall’altro richiama alla necessità di far crescere il mercato anche in altre zone d’Italia, soprattutto al Sud. L’AIM si pone come momento di acclimatamento delle PMI verso una transizione ulteriore all’MTA preparando le imprese ad avere a che fare con nuovi interlocutori, con il tema della corporate governance e con un contesto che pone attenzione al mondo ESG”.

Per Francesco Carpano di Cassa Depositi e Prestiti la raccolta record del 2018 è un segnale che testimonia un cambio di passo: “È chiaro che oggi non è più possibile finanziare la crescita delle imprese attraverso il solo canale bancario, nonostante i tassi siano molto più vantaggiosi. Questo le imprese lo hanno recepito e stanno cercando soluzioni alternative. L’AIM è lo strumento crocevia di questo cambiamento strutturale della finanza italiana”. “Da anni vediamo un abbassamento della crescita economica perché soffriamo di mancanza di capitali per l’innovazione”, ha proseguito Carpano. “L’AIM è un’opportunità incredibile per le PMI, ma credo che si possa fare ancora molto. Gli strumenti di equity ci sono, quello che manca è la cultura. Dobbiamo lavorare insieme per fare cultura sulle fonti di finanziamento alternative e sulle opportunità offerte dall’AIM. Un esempio riguarda il denaro derivante dal credito d’imposta che abbiamo messo a disposizione delle imprese e che è stato assorbito soltanto per un 30%”.

Francesca Brunori di Confindustria ha richiamato l’attenzione sul tema ESG: “Dal rapporto dell’Osservatorio emerge che il 34% delle imprese si è distinto per l’attenzione dedicata, su base volontaria, alla disclosure su tematiche ESG”. “Un dato positivo, se lo si guada asetticamente”, ha continuato Brunori ad Affaritaliani.it, “ma che, visto alla luce delle evoluzioni che sono in corso a livello internazionale in tema di finanza sostenibile, racconta di una debolezza ancora intrinseca alle imprese italiane”. Confindustria raccomanda dunque “un approccio graduale alla materia”. Quanto ai Pir, Brunori ha poi sottolineato come le novità normative abbiano agito in senso negativo sulle modalità di investimento correlate, bloccandone l’afflato innovativo e la portata: “Confindustria è uno dei soggetti che hanno contribuito all’inserimento di vincoli, ma le norme esistenti oggi non vanno nel giusto senso. È indispensabile tornare su questi vincoli alla prima occasione, quindi con la Legge di bilancio. Per esempio, rimuovendo il vincolo della finalizzazione alle sole PMI quotate così da ampliare l’universo dell’investibile”.

VIDEO - Brunori, Confindustria: "Più spinta a ESG per finanza sostenibile"

Presente al convegno, Andrea Buragina di Mediolanum Gestione Fondi SGR – giudicato primo investitore italiano su AIM con un investimento complessivo pari a 75 milioni e un numero di società partecipate pari a 53 – ha raccontato ad Affaritaliani.it l’impegno della Banca al fianco delle PMI nel percorso di quotazione: “L’attenzione che diamo alle piccole e medie imprese nasce molto prima dell’introduzione dei Pir. Nel 2013 abbiamo lanciato il “Mediolanum Flessibile Sviluppo Italia”, un fondo dedicato alle PMI del quale hanno beneficiato molte imprese che si sono quotate su AIM Italia. Il nostro Gruppo ha contribuito a creare una cultura della quotazione in un mercato che è meno bancocentrico rispetto al passato”.

VIDEO - Buragina, Mediolanum SGR: "Vicini alle imprese che vogliono crescere"

 

Osservatorio AIM: risultati economico-finanziari al 31 dicembre 2018 

Il giro d’affari complessivo del mercato AIM Italia nel 2018 è pari a 5,6 miliardi di euro (5,0 miliardi nel 2017), segnando una crescita del +13%. Dall’analisi emerge un significativo trend di crescita: i ricavi 2018 registrano un incremento medio del 30% rispetto al 2017, con una quota estero del 37%, mentre l’EBITDA registra una crescita media del 35%. La crescita dei ricavi ha interessato l’84% delle società, con tassi di crescita superiori al 50% nel 17% dei casi. Il 72% delle società presenta ricavi inferiori a 50 milioni di euro, mentre il 13% superiori a 100 milioni di euro.
Sono 36 le società che distribuiscono dividendi nel 2019, per un ammontare complessivo di 69,6 milioni di euro (60,6  milioni di euro 2018) e un dividend yield medio pari al 2,7%, in linea con il 2018. 
Le società AIM impiegano circa 18.000 dipendenti (192 il dato medio, 85 il dato mediano), con una crescita, in media, pari al 22% rispetto al 2017 (circa 16.200 dipendenti). Lo status di società quotata, agevola l’attrazione di talenti a tutti i livelli, che possono maturare un percorso professionale riconosciuto anche dal mercato: +54% è la crescita del numero delle risorse impiegate dalla data di IPO ad oggi. I settori che occupano, in media, il maggior numero di risorse sono Industria (38%), Tecnologia (13%) e Alimentare e Moda e Lusso (10% rispettivamente).

Osservatorio AIM: highlights IPO 2019 
Nel 2019 le nuove società su AIM Italia sono state 17: in particolare, le IPO sono state 14 per una raccolta complessiva pari a 102 milioni di euro (Pattern, Relatech, Mazzocchi Pompe, Officina Stellare, Gibus, Eles, Sirio, AMM, CrowdFundMe, SEIF, Gear1, MAPS, Neosperience, Ilpra) e le ammissioni a seguito di Business Combination con SPAC già quotate sono state 3: Comer Industries (accelerated Business Combination con Gear1), SICIT e Antares Vision, rispettivamente a seguito della fusione con le SPAC SprintItaly e ALP.I.
Le 14 nuove IPO 2019 appartengono ai settori Tecnologia (5 società), Industria (4 società), Finanza (2 società), Servizi (1 società) , Media (1 società), Moda e Lusso (1). 12 società sono PMI con fatturato inferiore a 50 milioni di euro. 

Osservatorio AIM: identikit del mercato e della società AIM Italia 
Le società quotate sono 121, il giro d’affari 2018 è stato pari a 5,6 miliardi di euro, la capitalizzazione è pari a 7,6 miliardi di euro e la raccolta da IPO è pari a 3,7 miliardi di euro, cui si aggiunge una raccolta da mercato secondario di 781 milioni di euro.
La società quotata presenta i seguenti dati medi: Ricavi 2018: 47 milioni di euro; EBITDA margin 2018: 13,2%; Capitalizzazione: 38 milioni di euro; Flottante IPO: 22%: Raccolta media in IPO: 7,9 milioni di euro. Le operazioni di IPO delle 121 società sono state caratterizzate per il 93% da aumento di capitale e per il 7% da OPV.

Osservatorio AIM: rappresentatività settoriale e regionale
Le società industriali rappresentano il 18% del mercato AIM Italia, il settore Finanza (che include le SPAC) il 17%, le società tecnologiche il 16%, le società media il 14%; energia e rinnovabili il 9%.
Le regioni maggiormente presenti su AIM sono: Lombardia (45% delle società), Emilia Romagna (14%), Lazio (10%) e Veneto (9%). Le altre regioni sono Toscana, Piemonte, Umbria, Marche. Il mercato presenta anche 3 società estere, pari al 2% del totale.

Osservatorio AIM: investitori Istituzionali nel Capitale 
Nell’azionariato delle società AIM Italia sono presenti 132 Investitori Istituzionali, di cui 31 italiani (23%) e 101 esteri (77%). L’investimento complessivo è pari a circa 814 milioni di euro, che corrisponde a circa il 12% della capitalizzazione del mercato. Gli investitori italiani detengono un investimento pari a 394 milioni di euro (48% del totale), gli esteri un investimento pari a 419 milioni di euro (52%).
Il numero complessivo delle partecipazioni detenute è pari a 852, che corrisponde a una media di 6,5 partecipazioni per investitore. Il valore mediano della singola partecipazione è pari a 0,3 milioni di euro. Il 25% delle partecipazioni è detenuto in società con capitalizzazione compresa tra 61-100 milioni di euro e il 24% è detenuto in società con capitalizzazione compresa tra 31-60 milioni di euro.
L’analisi degli investitori per Parent Company mostra che il primo investitore italiano su AIM è Banca Mediolanum, con Mediolanum Gestione Fondi SGR, con un investimento complessivo pari a Euro 75 milioni e un numero di società partecipate pari a 53. Le partecipazioni fanno riferimento ai Fondi "Mediolanum Flessibile Sviluppo Italia", "Mediolanum Flessibile Futuro Italia" e "Mediolanum Challenge Italian Equity". Il primo investitore estero è Julius Bär Gruppe, con un investimento complessivo pari a Euro 106,4 milioni e un numero di società partecipate pari a 37.

Osservatorio AIM: trend M&A 2018-2019
Tra il 2018 e i primi 6 mesi del 2019, 62 società (pari al 54%) hanno effettuato almeno un’operazione straordinaria (acquisizioni, fusioni, cessioni, JV, acquisizioni/affitto di rami aziendali, reverse takeover) per un totale di 151 operazioni (108 nel 2018 e 43 nel 2019).
Complessivamente hanno registrato un controvalore di 339 milioni di euro, di cui 209 milioni di euro nel 2018 e 130 milioni di euro nel 2019. Il valore medio delle transazioni è pari a 5,5 milioni di euro nel 2018 e 5,2 milioni di euro nel 2019.
Le aree geografiche su cui si sono concentrate le M&A sono Italia (80%), Europa (15%) con Spagna, Francia, Serbia, Olanda, UK, Grecia e Germania ai primi posti mentre il restante 5% ha interessato società target extra europee, concentrate principalmente in USA, Colombia, Russia e Cina.

Osservatorio AIM: Corporate Goverance
Su AIM Italia, in media, il Consiglio di Amministrazione è composto da 6 membri. Il 57% dei CdA presenta al proprio interno 1 amministratore indipendente. Nel 27% dei CDA sono presenti 2 amministratori indipendenti, nel 12% un numero di indipendenti pari o superiore a 3. Nel 4% dei CDA non sono presenti amministratori indipendenti.

Osservatorio AIM: informativa non finanziaria su AIM
Relativamente all’informativa non finanziaria all’interno della relazione sulla gestione, il 20% delle società AIM fornisce un dettaglio specifico sulle tematiche ESG. Riguardo all’informativa in materia di rischi ambientali e sociali, all’interno della relazione sulla gestione, il 17% delle società fornisce un dettaglio specifico sui rischi non finanziari. Il 21% delle società presenta all’interno del sito web una sezione dedicata ai temi della sostenibilità. 8 società AIM hanno dedicato ampio spazio alla disclosure sulle informazioni non finanziarie attraverso: bilancio integrato (Monnalisa), bilancio di sostenibilità (3 società Neodecortech, Poligrafici Printing, Rosetti Marino) Bilancio sociale (2 società Assiteca e Vetrya); sezione responsabilità sociale all’interno del Bilancio (2 società FOPE e TPS).


Analisi congiunta IR Top-CONSOB su Governance e Trasparenza 

L’analisi “Governance e Trasparenza nelle società Small Cap, un confronto tra MTA e AIM Italia”, condotta da IR Top Consulting attraverso l’Osservatorio AIM e dall’Ufficio Studi Economici di Consob ha confrontato i profili di Governance e Trasparenza delle società di minori dimensioni quotate sul Mercato MTA e delle società negoziate su AIM. Le risultanze della Survey offrono indicazioni sulle opinioni relative alle tematiche di governance e trasparenza oggetto dell’analisi da parte di investitori istituzionali. Relativamente alla concentrazione dell’azionariato tutte le società risultano caratterizzate da assetti proprietari fortemente concentrati. 
La percentuale di società controllate da un azionista con una quota superiore al 50% è pari: 
*       al 63% per le Small Cap
*       al 55% per le AIM Italia (63% escludendo le SPAC)
*       al 50 % per le Star
La quota di flottante medio è in linea tra le società Small Cap e AIM Italia e superiore nelle STAR:
*       33% per le Small Cap
*       34% per le AIM Italia
*       42% per le Star
Relativamente alla comunicazione, per la totalità degli investitori il mantenimento di un profilo di trasparenza costante sullo sviluppo del business è percepito come il fattore più rilevante per rafforzare l’investor confidence. La presentazione al mercato di piani industriali è rilevante nel 96% dei casi (23 investitori), seguita dalla qualità degli studi di coverage (21 investitori, pari all’88%).
Il livello di copertura dell’emittente viene indicato come il divario più significativo tra AIM ed MTA (da 16 investitori, pari al 67%). Tuttavia le società AIM coperte da almeno un analista finanziario rappresentano il 51% degli emittenti. Seguono la comunicazione finanziaria (14, 58%), in particolare sui dati prospettici e le informazioni periodiche aggiuntive e la governance (10, 42%). Un ulteriore gap suggerito riguarda la liquidità delle società AIM rispetto agli emittenti MTA