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Economia
Povertà e clima, la ricetta dell'Oxfam: "Imposta Ue sui grandi patrimoni"

Flashmob di Oxfam davanti al Parlamento Ue: "Contro la povertà e la crisi climatica serve un’imposta europea sui grandi patrimoni”

Al fine di contrastare lo stato di povertà in cui riversano molti stati europei e frenare l'incombente crisi climatica, i governi dell’Ue stanno cercando di investire e introdurre forme di prelievo più marcato sui cittadini più facoltosi dai quali reperire risorse cruciali da destinare ai crescenti bisogni sociali e al contrasto alla crisi climatica.  

È quanto denunciato oggi da Oxfam, con un flash mob realizzato con Avaaz e WeMove davanti al Parlamento europeo, in supporto alla richiesta di introdurre un’imposta europea sui grandi patrimoni.

Se applicato, nel contesto italiano, allo 0,1% dei cittadini più ricchi (circa 50.000 individui), con patrimoni netti superiori a 5,4 milioni di euro, un simile tributo potrebbe generare entrate tra i 13,2 e i 15,7 miliardi all’anno. La misura non interesserebbe il 99,9% dei contribuenti italiani, ma solo quel gruppo al vertice della piramide sociale, che ha visto la propria quota di ricchezza nazionale passare dal 5,5% al 9,2% tra il 1995 e il 2021.

“L’inazione dei governi si scontra con il supporto pubblico, trasversale all’elettorato, di cui godono le proposte di maggiore tassazione a carico dei più ricchi - dichiara Misha Maslennikov, policy advisor su giustizia fiscale di Oxfam Italia – La reticenza della politica stride con la posizione dei tanti cittadini stanchi di sentirsi ripetere che ‘non ci sono risorse’ per abbattere le liste d’attesa nelle strutture sanitarie pubbliche, per stabilizzare il personale precario nelle scuole che frequentano i loro figli, per alloggi universitari o per misure di supporto a chi versa in condizioni di vulnerabilità”.

Da un recente sondaggio UE risulta infatti che quasi 7 europei su 10 siano a favore di una maggiore tassazione dei più facoltosi. In Italia, circa 2/3 dei rispondenti a un’indagine demoscopica del 2021 hanno avallato la proposta di un’imposta sulle grandi fortune.

LEGGI ANCHE: Il 12% del pil mondiale nei paradisi fiscali. Dall'Italia 186 miliardi

L’imposta sui grandi patrimoni avrebbe inoltre il merito di rafforzare l’equità dei sistemi fiscali, contrastandone la regressività al vertice. Basti pensare che in Italia la maggior parte dei cittadini versa tra il 40 e il 50% del proprio reddito in imposte dirette, indirette e contributi, mentre i miliardari solo il 20% circa. Analogamente, in Francia un contribuente medio sconta un’aliquota complessiva del prelievo pari a circa il 50% del suo reddito, mentre una persona che appartiene al top-0,0002% di appena il 2%.

Va evidenziato come in Europa i più ricchi figurino anche tra i più grandi inquinatori: un cittadino UE collocato nel top-1% più ricco emette in media 14 volte più CO2 di chi appartiene al 50% più povero del continente.

Un'imposta sui grandi patrimoni si configurerebbe pertanto come anche un “contributo da pagare” per le loro maggiori responsabilità (in termini di emissioni storiche cumulate) per la crisi climatica in atto e contribuirebbe a supportare la mitigazione e l'adattamento ai cambiamenti climatici e a sostenere una transizione ecologica giusta. 






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